Fuga

Sciopero Amt, allarme dei sindacati: “Nessuno vuole più fare l’autista, a Genova ne manca il 30%”

Presidio sotto la prefettura per chiedere il rinnovo del contratto nazionale: "Potere d'acquisto bassissimo e condizioni pessime, così il trasporto pubblico è destinato a morire"

Genova. Sempre meno autisti, sempre più difficoltà a garantire il servizio. “O si mettono più risorse oppure il trasporto pubblico è destinato a morire”. I sindacati degli autoferrotranvieri lanciano chiaro l’allarme durante lo sciopero nazionale di otto ore che ha coinvolto anche il personale di Amt Genova con centinaia di dipendenti in presidio davanti alla prefettura. Adesione vicina al 100%, secondo i primi dati comunicati dalle segreterie.

Obiettivo numero uno della protesta il rinnovo del contratto di lavoro scaduto alla fine del 2023. “Negli ultimi vent’anni gli autoferrotranvieri si sono visti tre rinnovi contrattuali, ora diciamo basta – spiega Giuseppe Gulli, segretario organizzativo della Uiltrasporti Liguria -. Un nuovo assunto guadagna 1.100 euro. I servizi in giro per l’Italia si tagliano perché le aziende non trovano più autisti. Un autista non può svegliarsi al mattino, andare a lavorare e prendersi delle sberle in faccia senza che la politica dica nulla”.

sciopero autisti amt

“Scioperiamo per l’adeguamento salariale, il miglioramento dell’orario di lavoro e più sicurezza. Se questi temi non verranno portati a casa entro fine anno, questo è un settore che andrà verso l’estinzione – avverte Andrea Gamba della Filt Cgil -. Già in Liguria si intravedono i segnali di abbandono del lavoro. Gli autisti si licenziano e nessuno vuole più fare questo lavoro che ha un basso reddito e condizioni pessime. Il Governo deve intervenire. Senza l’aumento del Fondo nazionale trasporti questa vertenza non si chiuderà”.

In Italia si stima una carenza di circa 12mila autisti. A Genova la situazione è meno preoccupante che altrove, ma il problema esiste: secondo la stima della Uiltrasporti, manca circa il 30% del personale necessario. “Anche qui il trend è simile – conferma Santo Pugliese, segretario regionale della Fit Cisl -. In Lombardia ogni anno perdiamo 300 unità che non si licenziano, su Genova siamo a 15 persone all’anno: alcuni vanno in pensione, altri vanno via perché il potere d’acquisto è bassissimo e preferiscono fare dall’altro”.

“Questo settore è sottofinanziato, sia dal Governo sia delle Regioni – aggiunge Edgardo Fano, segretario ligure della Faisa Cisal -. Oggi in provincia di Imperia sanno già che non ci saranno i servizi scolastici a settembre. È il destino di tutti se non ci sarà un intervento importante sul settore”.

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Nel mirino ci sono anche le amministrazioni locali. “Abbiamo avuto parecchi incontri con la Regione – prosegue Fano -: uno dei problemi è che mancano risorse in conto esercizio. Tutte le Regioni stanno cercando di fornire soldi per gli investimenti, ma purtroppo i soldi che servono sono quelli per pagare l’autista, l’assicurazione, il gasolio“. Negli ultimi incontri l’ente di piazza De Ferrari si era impegnato a garantire 80 milioni di investimenti nell’arco di quattro anni, a fronte di richieste per 160 milioni. Secondo i sindacati non è abbastanza: “Se ci fermiamo al parco rotabile non ci saranno i soldi per garantire il servizio nelle città. È come comprare una meravigliosa Ferrari e poi non poter pagare l’assicurazione e la benzina”.

Le modalità di sciopero del trasporto pubblico del 9 settembre a Genova e in Liguria

Lo sciopero del trasporto pubblico urbano, a Genova e nel resto del Paese, si somma a quello che nel corso del fine settimana ha interessato il traffico ferroviario, con caos nelle grandi stazioni e treni cancellati anche all’ultimo minuto, e quello che ha riguardato alcuni vettori del trasporto aereo.

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