Genova. Ha segnato il rigore decisivo, che ha regalato alla Sampdoria il derby di Coppa Italia e il passaggio del turno. Antonio Barreca (ex Genoa, tra l’altro) arriva in sala stampa nel post partita con un sorriso radioso e la felicità negli occhi. Di rigori decisivi ne ha tirati quando giocava in Primavera, questo ha sicuramente un altro peso e se lo ricorderà per sempre.
“Ho provato una gioia immensa − racconta emozionato − ho provato di tutto prima e dopo, mille i pensieri per la testa. Avevo ansia prima di tirare. Mi sono detto mira un angolo ed è andata bene”.
Per Barreca si tratta di una rivincita dopo un inizio stagione non facile. Sembrava dovesse andare via, è rimasto e per lui c’è stata parecchia panchina. “Non giocando con continuità fai un po’ fatica, ma hai quella voglia di stare insieme e si riesce a dare qualcosa in più. Io non ho mai mollato, ho sempre lavorato cercato di fare sempre le cose bene. Ora tutti insieme siamo uniti a remare in una sola direzione e si sta vedendo”. La compattezza dello spogliatoio ritrovata sembra essere uno degli ingredienti di questa Sampdoria ritrovata dopo le prime giornate negative: “Siamo partiti non all’altezza delle aspettative, anche se rispetto all’anno scorso siamo più forti a livello tecnico. È arrivata gente con qualità ed esperienza, anche a liviello di gruppo quest’anno non c’è nessuno che può dar fastidio. Si è visto già domenica scorsa che ci siamo compattati, sappiamo cosa vogliamo e si è visto. Abbiamo meritato la vittoria”.
I tifosi avevano chiesto due cose: vincere il derby e tornare in A. “La prima è andata − dice ridendo − per la seconda la squadra c’è, ora dobbiamo un po’ rincorrere, ma ci sono elementi che hanno vissuto anche l’esperienza dell’anno scorso e sanno come fare a recuperare punti e pensare che ogni partita sia una finale. Vogliamo tornare in A il prima possibile”.
La Sampdoria sembra aver acceso la luce dopo un paio di giornate al buio. L’interruttore è scattato e il derby può essere quella corrente che dà una carica ulteriore: “Avevamo tante motivazioni per fare bene, è andata da Dio. L’abbiamo giocata come se fosse stata una finale e di solito le finali bisogna vincerle”.