Genova Riparte questa settimana, mercoledì 11 settembre, il maxi processo per la strage del ponte Morandi in cui persero la vita 43 persone. In due anni di processo sono stati sentiti fino a oggi 324 testimoni.
Le udienze riprenderanno ancora con le audizioni di alcuni consulenti tecnici chiamati dagli imputati di Aspi e Spea ma la data chiave è quella del 23 settembre quando il collegio presieduto da Paolo Lepri (e composto dai colleghi Ferdinando Baldini e Fulvio Polidori) dovrà decidere se integrare o meno la maxi perizia sulle cause del crollo fissata in incidente probatorio con ulteriori accertamenti peritali.
Questo comporterebbe un inevitabile allungamento dei tempi del processo, ma secondo quanto trapela, i giudici sembrano orientati in questa direzione soprattutto dopo la sentenza di Cassazione sulla strage di Viareggio che ha fissato alcuni paletti generali dicendo in sintesi che quando i magistrati si esprimono su questioni molto tecniche nelle motivazioni devono richiamare più puntualmente rispetto al passato il “sapere tecnico” alla base delle proprie considerazioni.
Dopo il probabile stop alle udienze per l’integrazione alla perizia, arriverà un altro momento cruciale per il processo: quello delle dichiarazioni spontanee di alcuni tra i principali imputati del processo tra cui l’ex numero uno di Aspi Giovanni Castellucci.
Difficile al momento prevedere tempi certi per la sentenza ma è probabile che i pm Walter Cotugno e Marco Airoldi svolgeranno la requisitoria finale e chiederanno le condanne nella primavera del 2025.
Poi ci saranno le discussioni dei difensori dei 58 imputati. La sentenza sembra quindi essere destinata a non arrivare prima dell’inizio del 2026 quando alcuni reati minori potrebbero essere già prescritti mentre quelli più gravi si prescriveranno tra il 2031 e il 2036.