Genova. Se la partita per la definizione del candidato del centrosinistra alle regionali era parsa difficile, di fatto per ufficializzare Andrea Orlando c’è voluta tutta l’estate (e il suo nome era in ballo da gennaio), quella per dare forma al campo largo, in Liguria, non è di certo un gioco da ragazzi.
Il nodo continua a essere l’inclusione di Italia Viva e di Azione all’interno della coalizione con il partito di Calenda, al momento, più vicino a sciogliere le riserve anche a livello nazionale – oggi c’è stata una riunione dei parlamentari sul tema e i riscontri sono positivi – mentre la convivenza tra Renzi, M5s e Rossoverdi sembra molto più innaturale.
Ma se dalla base dei partiti in ballo in molti si chiedono se il gioco valga la candela, un appunto in merito lo fa Raffaella Paita. La vicepresidente di Italia Viva, in un’intervista al Corriere della Sera in cui dice “Unità, solo così si vince” ricorda “noi in Liguria valiamo il 4%”.
In realtà, se si prendono i risultati delle ultime elezioni europee – un tipo di consultazioni del tutto diverse e difficilmente paragonabili alle regionali – Italia Viva, insieme a +Europa sotto il simbolo di Stati Uniti d’Europa aveva raggiunto il 3,8%. Azione, sempre alle Europee in Liguria, aveva ottenuto il 3,3% delle preferenze.
In ogni caso, anche ipotizzando che queste percentuali non siano raggiungibili nel momento in cui le forze civiche e moderate potrebbero confluire nelle liste apartitiche, si parte da un tesoretto di circa 7 punti percentuali. Tutt’altro che irrilevante se, come ha detto recentemente lo stesso Orlando, “I giochi per riprendersi la Liguria, nonostante l’inchiesta, sono tutt’altro che chiusi”.
Orlando che tornerà a parlare in pubblico nelle prossime ore – sarà sul palco della Festa dell’Unità a Reggio Emilia per un dibattito sul tema del lavoro – è direttamente coinvolto nella gestione delle trattative e vorrebbe chiudere in fretta sia per poter uscire al più presto come coalizione, magari con un appuntamento di piazza, sia per poter definire liste e quindi candidati. Anche perché nel Pd soprattutto, gli uomini e le donne che vogliono tentare la corsa per via Fieschi sono ben più che i posti in lista a disposizione.
Tornando su Italia Viva, invece, se da un lato Raffaella Paita fa eco a Matteo Renzi e insiste sulla necessità di uno spostamento verso il centrosinistra – anche chiarendo l’uscita dal governo Bucci a Genova – dall’altra uscite come quella di Luigi Marattini, deputato, intervistato da QN, agitano gli animi: “Andrea Orlando persona stimabile, rappresenta una sinistra molto lontana da una sensibilità liberal-democratica per cui se fossi ligure non lo voterei, lo pensava anche tutta Iv fino a poche settimane fa, si diceva che contro di lui Toti avrebbe vinto persino dai domiciliari”, ha dichiarato. E ancora: “Non credo nelle coalizioni dove c’è tutto e il contrario di tutto e che stanno insieme solo per non far vincere l’avversario, le abbiamo viste nel 1996 e nel 2006”.
Da registrare anche come, se Italia Viva e Azione hanno chiarito che le inchieste giudiziarie che hanno coinvolto Toti e il centrodestra non dovranno essere inclusi nella campagna elettorale, non sarà semplice che ciò accada. Ad attaccare sul tema, oggi, è Ferruccio Sansa (vicino a una candidatura con Avs ma ancora non del tutto convinto): “I magistrati invadono il campo della politica”. Quante volte lo abbiamo sentito dire dai partiti toccati dalle inchieste. Quante volte lo hanno ripetuto gli amici di Toti. È falso. È la politica che non fa il suo lavoro. Che non fa pulizia. Che non rispetta le regole. I magistrati fanno rispettare la legge. Il vero punto è un altro: a dare il giudizio definitivo su Toti e soci, cioè il giudizio politico, il voto, saremo noi cittadini”.
Infine sullo sfondo l’outsider Mattia Crucioli, che l’altra sera ha incassato la solidarietà di Orlando perché un suo post di critica al deputato Pd era stato misteriosamente censurato da Facebook, torna a lanciare frecciate. Questa volta il dardo è doppio, ma più affilato nei confronti di Orlando che non del sindaco Bucci e del centrodestra, sulla querelle della nomina di Signorini.
“Trovo incredibile che Orlando faccia finta di non sapere che Signorini fu nominato quando sindaco era Doria su proposta del ministro Delrio, entrambi di centrosinistra, d’intesa con il governatore ligure Toti e con il placet del Pd ligure – dice Crucioli girando il coltello nella piaga – la nomina di Signorini è dunque responsabilità congiunta del centrosinistra e del centrodestra, che da sempre si accordano sulle scelte che contano, con i risultati disastrosi che sono sotto gli occhi di tutti. Se la campagna elettorale di Orlando comincia così, senza riconoscere gli errori del centrosinistra e addossando agli altri le medesime colpe commesse anche dalla propria parte politica, credo diventi ancora più importante che Uniti per la Costituzione partecipi alle elezioni per offrire ai liguri una reale alternativa al pessimo governo di centrodestra”, conclude.