Genova. L’ordinanza firmata dal direttore Federico Marenco in questi mesi ha svuotato il parco più famoso della Liguria dalle biciclette, considerate pericolose per il mantenimento in salute della rete sentieristica del Parco di Portofino. Oggi però la polemica non si ferma, con l’Asd Bici Camogli Golfo Paradiso Pro Recco Bike che lancia un appello per rivedere questa decisione, dopo aver chiuso il campo di allenamento frequentata da oltre 50 ragazzi.
“In una lettera aperta inviata all’ente e per conoscenza alle autorità comunali del territorio, la Scuola di Ciclismo dell’Asd Bici Camogli Golfo Paradiso Pro Recco Bike, scrive come da luglio abbia dovuto sospendere le attività di allenamento e che ora i circa 50 bambini iscritti non possono svolgere attività: “Non riusciamo a comprendere le ragioni di un provvedimento così sproporzionato”, si legge nella lettera”.
La dirigenza dell’Asd Bici Camogli denuncia come le biciclette siano state additate come causa principale dell’erosione dei sentieri, mentre altre problematiche come l’azione di animali selvatici, il passaggio di mezzi a quattro ruote e i cambiamenti climatici sembrano essere state ignorate.
Il cuore della protesta risiede nella presunta incongruenza tra la politica di incentivare l’uso di biciclette come mezzo ecologico e la chiusura di sentieri storicamente utilizzati proprio a tale scopo. “In città si creano piste ciclabili e sul Monte di Portofino si chiudono!” La situazione appare ancor più paradossale se si considera che gli stessi guardiaparchi utilizzano biciclette per i loro spostamenti sui sentieri. “Se una bicicletta pesa meno di 10 kg e un’auto 100 volte tanto, com’è possibile che venga considerata così dannosa per l’ambiente?”, si chiedono i dirigenti dell’associazione.” L’Asd Bici Camogli, unica scuola di ciclismo ligure riconosciuta dalla Federazione Ciclistica Italiana, ha formato numerosi campioni e contribuisce attivamente alla promozione dello sport e del rispetto per la natura”. L’associazione si dice pronta a collaborare per trovare una soluzione, ma avverte che, senza una revisione del divieto, la scuola rischia la chiusura entro fine anno.