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Diritto allo studio, classi nell’entroterra, contrasto al disagio: le proposte di Orlando nel “primo giorno di scuola”

Il candidato del centrosinistra lancia un messaggio di augurio a chi oggi torna sui banchi e lancia tre idee in tema di istruzione

andrea orlando

Liguria. Dopo la proposta dell’aumento del compenso base per i tirocini, il candidato del centrosinistra Andrea Orlando torna a parlare ai giovani e lo fa nel primo giorno di scuola. Nel piazzale davanti a quella che fu la sua scuola media, alla Spezia – la Dialma Ruggiero, oggi centro polivalente – l’ex ministro lancia tre proposte, tre idee che vertono sul diritto allo studio e sull’educazione dei ragazzi.

Serve “una nuova legge per il diritto allo studio, per aiutare gli studenti universitari non abbienti, ma capaci e meritevoli, come dice la nostra Costituzione, a esercitare effettivamente questo diritto, un diritto alla casa, all’accesso ai libri, ai servizi essenziali che sono necessari a proseguire gli studi”, afferma Orlando.

Che si concentra anche sul tema delle aree interne. “Quando chiude una scuola spesso chiude anche un paese e noi non possiamo mettere tutti i sindaci nelle condizioni di dover ogni anno guardare se c’è un bambino in più, un bambino in meno. Dobbiamo rivedere i parametri. Se vogliamo che le persone tornino a vivere nelle aree interne, nelle aree dell’entroterra, nei piccoli comuni, allora è molto importante lavorare perché ci sia la possibilità di mantenere aperte le scuole, a prescindere dai numeri, quando naturalmente saremo in grado poi di invertire anche alcune tendenze”, aggiunge il candidato.

“Infine, una riflessione che credo sia più forte dopo la vicenda del Covid. Il Covid ha aumentato il disagio giovanile. Spesso questo disagio è diventato anche una delle cause di crescita della microcriminalità – osserva Orlando – e noi non possiamo scaricare soltanto sui professori e sulle famiglie questo problema. Dobbiamo costruire dei progetti mirati che aiutino a contrastare il disagio giovanile e le forme di devianza a partire dall’interno delle scuole. Per questo la Regione deve fare quello che fino a qui non ha fatto: dei grandi progetti di collaborazione con i comuni e con le scuole per fare in modo tale che questo tema, questo tema molto antico, ma nelle sue forme molto nuovo, possa essere affrontato e non soltanto scaricato sulle scuole. Ecco così possiamo iniziare non solo un anno scolastico con speranza – conclude Orlando – ma anche con la determinazione che si può fare molto per cambiare e in meglio la vita delle studentesse e degli studenti”.

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