Genova. Entrerà in funzione entro la prossima primavera il nuovo impianto crematorio genovese, oggi in fase di costruzione all’interno del Cimitero Monumentale di Staglieno. Lo ha detto Francesca Guerrini, amministratrice della Tempio Crematorio srl, società che ha preso in appalto la costruzione e la gestione per i prossimi 23 anni. Genova24 ha riportato la versione della manager in questo articolo.
La dichiarazione ha scatenato la reazione di Cristina Lodi, consigliera comunale di Azione, capogruppo del gruppo Misto, candidata alle elezioni regionali, che dice: “La notizia riporta all’opinione pubblica alcune considerazioni che a mio parere vanno precisate e rettificate, anche alla luce delle mie informazioni, frutto di documentazione e ascolto del problema sul territorio e con i principali attori coinvolti”.
“Guerrini – dice Lodi – afferma che i parametri delle emissioni prescritti nell’AUA risultano essere entro i limiti ma, come sappiamo e come confermato anche da città metropolitana, risultano superiori a quelli dell’attuale impianto di Socrem. Inoltre cremeranno anche con lo zinco, che sappiamo essere responsabile di emissioni inquinanti alte, in termini chimico-fisici”.
“Dalle parole dell’amministratrice – continua Lodi – sembra essere escluso e sconfessato quanto viene affermato nella sentenza del Consiglio di Stato che equipara i crematori a industrie insalubri di prima classe, pertanto a inceneritori di rifiuti. Il tema, nella suddetta intervista, sembra essere minimizzato, tanto che si cita un recente studio per cui si paragonano le emissioni di un forno crematorio a quelle di una caldaia condominiale. Uno studio, tuttavia, contro tutti gli studi a livello mondiale di specialisti e medici nel settore che invece dimostrano l’alto tasso di inquinamento dei crematori”.
“Davvero queste ricerche non valgono nulla? – attacca la consigliera – E poi, direi, vi sono numeri oggettivi per cui dovremmo chiederci se davvero era necessaria la costruzione di un altro impianto di tempio crematorio, la saturazione (utilizzo) del 54% dell’attuale impianto è il risultato, infatti, di uno studio realizzato allo scopo della formulazione del Piano di Coordinamento Regionale per la costruzione dei crematori; non numeri divulgati dal difensore civico regionale Francesco Cozzi o dal consiglio comunale o altri. Chiaramente il numero di cremazioni gratuito per gli indigenti è ed è sempre stato effettuato anche da Socrem. Questo secondo forno crematorio non serve. Non c’è alcuna necessità e ribadisco che questo percorso fatto dall’amministrazione è del tutto incomprensibile”, conclude Cristina Lodi.