Genova. Nuovo fermo amministrativo per la Geo Barents, la nave con cui Medici Senza Frontiere svolge servizio di ricerca e soccorso in mare.
L’imbarcazione è bloccata nel porto di Genova, dove è arrivata all’alba di lunedì, sulla base di due distinti provvedimenti: uno, previsto dal decreto Piantedosi, prevede un fermo di 60 giorni e si basa sulle ricorrenti accuse di non aver rispettato le istruzioni della Guardia Costiera libica durante il salvataggio di persone in difficoltà in mare. Il secondo ordine di fermo ha fatto seguito a un’ispezione della guardia costiera per il controllo dello stato di approdo (PSC) sulla nave, che ha rilevato otto carenze tecniche.
La Geo Barents si trova dunque a Ponte Doria, dove resterà sino a quando non verrà eventualmente sospeso il fermo o non arriverà disposizione di spostarla per questioni di posti di attracco. In quest’ultimo caso non potrà comunque tornare a fare servizio di soccorso in mare. L’ultima volta che la nave era arrivata a Genova risale a giugno. In quel caso a bordo trasportava anche i cadaveri di undici persone che avevano perso la vita in mare.
La nave, lo ricordiamo è arrivata a Genova su indicazione del Viminale dopo avere soccorso oltre 200 persone che fuggivano dalla Libia. Entrambi i salvataggi sono avvenuti giovedì: il primo è scattato su segnalazione di Sea Bird, l’aereo civile di Sea Watch, che ha avvistato una barca di legno alla deriva e ha diramato il mayday. Solo la nave di Medici Senza Frontiere ha risposto alla richiesta di soccorso. A bordo dell’imbarcazione c’erano 96 persone, tra cui diverse donne, bambini e minori non accompagnati.
Il secondo intervento nel pomeriggio di giovedì, nuovamente per soccorrere un centinaio di persone a bordo di un’imbarcazione di legno a rischio affondamento. In quell’occasione erano stati proprio gli operatori di Medici Senza Frontiere a fare presente che “durante il salvataggio una barca della guardia costiera libica, donata dall’Italia, si è avvicinata alla scena e ha condotto manovre pericolose. La barca libica alla fine si è allontanata e tutti i sopravvissuti sono stati portati a bordo della Geo Barents, dove ora riposano dopo l’incidente”.
Quando ha portato a termine i soccorsi la nave era appena tornata in mare dopo un altro fermo amministrativo scattato il 26 agosto nel porto di Salerno. Anche in quel caso era di 60 giorni, ma la ong aveva presentato ricorso, e l’11 settembre il tribunale di Salerno aveva sospeso il fermo. La Geo Barents era quindi tornata in mare, sino al nuovo fermo.
“È la quarta volta che la nave di ricerca e soccorso di Msf subisce un fermo per aver adempiuto all’obbligo legale di salvare vite in mare e queste misure dimostrano chiaramente che le autorità vogliono impedire che la Geo Barents torni in mare – Le autorità italiane continuano a dare credibilità alla Guardia Costiera libica, accusata dall’Onu e da altre ong per i diritti umani di commettere crimini contro l’umanità”.