Genova. Il contenzioso era in ballo da tempo, e alla fine il Comune ha deciso di usare il pugno duro: sgombero forzato del consorzio cui erano stati affidati i lavori per la realizzazione del nuovo impianto sportivo Nico Sapio di via dei Reggio, a Pegli, fermi al palo ormai da oltre un anno. E affidamento a una nuova ditta.
La decisione è stata presa con decreto emesso dalla direzione Lavori pubblici del Comune dopo avere ricevuto la disponibilità a subentrare dell’impresa arrivata terza in graduatoria nella gara fatta a suo tempo. Si tratta del Rti Cesag e Crocco Impianti, che ha manifestato interesse e con cui, già nella giornata di mercoledì, è previsto un sopralluogo che servirà a prendere visione dell’immobile e arrivare nel più breve tempo possibile a riprendere le attività di cantiere.
A renderlo noto il vicesindaco Pietro Piciocchi, che ha fatto sapere che nelle ultime settimane, su richiesta dell’impresa uscente, “è stata eseguita un’attività peritale per la quantificazione e contabilizzazione dei lavori svolti finora. Sulla base di questa perizia si deciderà nel merito a quale importo corrisponderanno i lavori svolti e i materiali utilizzati. L’obiettivo è di accelerare al massimo le tempistiche per concludere i lavori e restituire, al quartiere di Multedo e a tutta la città, un nuovo e importante Palazzetto dello Sport”.
Come spiegato già a giugno, il maxi progetto di restyling dell’impianto sportivo di via Dei Reggio – che nelle intenzioni del Comune diventerà un palazzetto per basket, volley, calcio a 5 e ginnastica – è da tempo al centro di un contenzioso che coinvolge il Comune e il Consorzio Artigiani Romagnolo, la ditta cui era stato affidato il progetto. Un contenzioso che ha di fatto bloccato i lavori, a giugno appunto arrivati a circa il 62% di avanzamento a fronte di una data di consegna fissata inizialmente a maggio 2023.
I lavori erano stati affidati nel 2020, un progetto ambizioso finanziato da 5,4 milioni di euro di fondi pubblici, di cui 4 milioni da fondo strategico regionale e 1,4 milioni con un nuovo indebitamento a carico dell’ente. I lavori erano però partiti in salita, visto che a maggio 2021 mancava ancora il progetto esecutivo. A giugno 2021, a cinque mesi dunque dalla sottoscrizione del contratto, il Comune in quanto stazione appaltante aveva ricevuto il progetto esecutivo e liquidato 961mila euro a titolo di anticipazione contrattuale. Per una serie di variazioni al progetto, la fine dei lavori era stata fissata a maggio 2023, ma nel marzo dello stesso anno la ditta aveva presentato un cronoprogramma aggiornato che la spostava a novembre. Nell’aprile del 2023 i lavori erano arrivati appena al 38,1%.
Il Comune, dopo una sfilza di diffide e solleciti e dopo avere inutilmente chiesto un’accelerazione nei lavori, si era infine visto citare in giudizio dalla ditta, che aveva chiesto al tribunale di Genova di accertare e dichiarare la risoluzione del contratto di appalto “motivandola con presunto inadempimento dell’ente appaltante e andamento anomalo dell’appalto”.
La ditta nel frattempo aveva arbitrariamente sospeso i lavori, e a marzo la Direzione Lavori, aveva constatato numerose criticità per infiltrazioni d’acqua e notato anche come i pochi lavori ripresi riguardassero di fatto la smobilitazione del cantiere, lo smantellamento della maxi gru fatta arrivare appositamente e la definitiva chiusura.
A maggio il Comune aveva avviato quindi il procedimento di risoluzione in danno del contratto d’appalto, sulla base di un ritardo complessivo dei lavori di 365 giorni, e avviato le trattative con la ditta che si era classificata seconda nel 2020 per riprendere le lavorazioni. Che alla fine sono state affidate alla ditta che si è invece classificata terza.