Genova. Non c’è solo il tradizionale “mondo della sinistra” all’ultimo degli incontri avviati da Andrea Orlando per la stesura del programma del centrosinistra in vista delle elezioni regionali. A prendere la parola, nella sala dell’auditorium Stradanuova nel centro storico di Genova, sono anche esponenti di spicco della società civile.
A partire da Alessandro Cavo, presidente genovese di Confcommercio, associazione di categoria tradizionalmente più vicina al centrodestra: “La nostra è una proposta di modello basato sul commercio di vicinato che non veda dilagare i supermercati come negli ultimi anni”. E riprende uno dei mantra di Orlando: “Vorremmo che la crescita degli abitanti fosse generata da una nuova industrializzazione di questa regione”. Fino al lancio di uno slogan: “Vorremmo avere un po’ meno Esselunga e un po’ più industria, ovviamente non inquinante, ad alto valore tecnologico, per trattenere i giovani“.
Del resto il giudizio nei confronti di Marco Bucci come sindaco non era stato tenero nemmeno pochi giorni fa all’assemblea pubblica di Confcommercio. Si parla poi di turismo: “In realtà questa città ha un numero di turisti ancora basso – continua Cavo -. Servono politiche per farli fermare più giorni e più notti. I centri città non devono diventare dormitori pieni di b&b, non dobbiamo diventare come Venezia e Firenze”. E poi “maggiore professionalizzazione del turismo per creare indotto e contrastare lavoro nero ed evasione”.
Ad accordarsi è Alessio Maloni, presidente dei giovani di Confesercenti Genova. “Basta grande distribuzione. C’è chi dice che c’è ancora spazio, in realtà ne abbiamo più della Lombardia in rapporto agli abitanti. Vorremmo la destagionalizzazione del turismo ligure, non è possibile che lo viviamo solo tre-quattro mesi all’anno”.
Non le manda a dire Paolo Cremonesi, primario “di trincea” al pronto soccorso dell’ospedale Galliera. La sua vicinanza al centrosinistra ormai non è un mistero, tanto che è ritenuta molto probabile la sua candidatura in una delle liste civiche a supporto di Orlando. Il suo giudizio è tranchant: “Dopo nove anni di totismo siamo la regione peggiore per fughe dei cittadini perché non abbiamo reso l’ambiente adeguato, le liste operatorie hanno tempi inaccettabili. Tutti parlano di territorio ma nessuno ha attivato la telemedicina, gli elettrocardiografi, gli ecografi e piccoli point of care dove la medicina di gruppo può espletare gli accertamenti di base”. E ancora sui nuovi ospedali: “Siamo ancora a livello di espropri, qualcosa in più si poteva fare”. Infine “il carrozzone Alisa: è stato un fallimento, un poltronificio per consulenti e amici degli amici“.
Presente anche Andrea Carioti, vicepresidente di Confindustria Genova, che avverte la sinistra sulle infrastrutture: “Chiediamo continuità sulle iniziative prese dalle precedenti amministrazioni. La nostra posizione è portare avanti le opere, la regione sconta un isolamento che la può portare a una condizione ancora peggiore. Se parliamo di reindustrializzazione le opere ci vogliono. Sulla Gronda sono stati investiti già 200 milioni”.
A proposito di Gronda, all’indomani del sopralluogo che ha confermato le tempistiche senza fornire tuttavia certezze in tema di finanziamenti, Orlando non chiarisce ancora la sua posizione: “Prima di tutto bisogna capire veramente chi deve pagare quell’opera. Se fosse pagata solo per una tratta ristretta dai pedaggi vorrebbe dire che i pedaggi crescerebbero in maniera esponenziale e questo sarebbe un problema che viene ancora prima del finanziamento. Quello che dobbiamo vedere oggi, però, è che la Gronda nella sua funzione di alleggerimento del traffico autostradale funzionerà nel 2035. L’età media dei liguri è abbastanza avanzata, nel frattempo cosa succede? Credo sarebbe molto importante che nel frattempo si trovino soluzioni che alleggeriscano comunque quell’asse, altrimenti rischiamo di avere una situazione che va in cortocircuito ancora prima di discutere su come si deve finanziare la seconda parte. Siamo di fronte al cantiere zero, non mi pare si sia ancora bucato niente”.
Tra gli interventi sul palco anche quello di Alberto Diaspro, ordinario di fisica all’Università di Genova e direttore di Nanofisica all’Iit, anche lui da qualche tempo nell’orbita del centrosinistra: sua l’appello a una ricerca “anzitutto pubblica” e all’investimento sulla formazione. Poi rappresentanti degli studenti, del mondo della scuola, dei disabili, Claudio Tosi della segreteria nazionale di Arcigay che ha lanciato un allarme sulle discriminazioni subite da chi vive fuori Genova.
Il programma sarà presentato “la settimana prossima”, annuncia Orlando: “Faremo naturalmente un estratto perché sarà una cosa corposa e cercheremo di socializzarlo il prima possibile. È un lavoro collettivo che ha coinvolto tantissimi studiosi, tecnici, cittadini, associazioni e vogliamo raccontare come è stato fatto. Sarà un patto vincolante? Assolutamente, si deve governare così: si litiga sulle virgole, ma una volta messe le virgole quello è il patto con cui ci impegniamo a governare la Liguria per i prossimi cinque anni”.