Genova. Colpo di scena nell’inchiesta sulla corruzione in Liguria: l’ex presidente della Liguria Giovanni Toti ha chiesto il patteggiamento ed eviterà così il processo immediato che avrebbe dovuto cominciare il 5 novembre.
La richiesta è stata formalmente presentata dall’avvocato Stefano Savi alla procura, che ha dato il via libera. La pena è quella di due anni e un mese che, essendo superiore a quella prevista per la sospensione condizionale, sarà scontata attraverso 1500 ore di lavori di pubblica utilità.
L’accordo prevede anche la confisca di 84 mila euro, provento dei reati che vengono sequestrati al Comitato Toti. Di questi 74mila sono quelli indebitamente percepiti dall’imprenditore Aldo Spinelli per agevolarlo nelle pratiche di suo interesse in porto e 10mila è la cifra concordata per la vicenda Esselunga, vale a dire i passaggi degli spot del comitato Toti pagati illecitamente dal colosso dei supermarket attraverso il maxi schermo di proprietà dell’editore di Primocanale Maurizio Rossi.
TOTI PATTEGGIA: LE REAZIONI DEGLI AVVERSARI POLITICI
Nella trattativa, che si è svolta in segreto in questi giorni, sono stati riformulati i capi di imputazione: Toti quindi ha patteggiato per i reati di corruzione impropria e di finanziamento illecito. E al momento resta indagato per il voto di scambio.
Per l’ex governatore l’accordo con i pm prevede anche la pena accessoria dell’interdizione temporanea dai pubblici uffici e dal poter contrattare con la pubblica amministrazione e il divieto di andare all’estero per il periodo in cui dovrà scontare la condanna.
Anche Paolo Signorini ha chiesto di patteggiare: per lui 3 anni e 5 mesi di reclusione, in modo da evitare il carcere. Ancora da definire la posizione di Aldo Spinelli, ma è probabile che nelle prossime ore si arrivi all’accordo anche per lui. La scadenza per evitare il processo e la mezzanotte di lunedì 16 settembre. Per tutti la pena concordata con la Procura dovrà passare il vario di un giudice per l’udienza preliminare che fisserà un’apposita udienza nelle prossime settimane.
ORLANDO: “ORA BUCCI PRENDERA’ LE DISTANZE?”
“Come tutte le transazioni – il primo commento dell’ex presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – suscitano sentimenti opposti: da un lato l’amarezza di non perseguire fino in fondo le nostre ragioni di innocenza, dall’altro il sollievo di vederne riconoscere una buona parte”. Resta quel reato “di contesto” definito corruzione impropria, legato non ad atti ma ad atteggiamenti, una accusa difficile da provare per la sua evanescenza, ma altrettanto difficile da smontare per le stesse ragioni”. “Credo appaia chiaro a tutti la reale proporzione dei fatti avvenuti e della loro conclusione – conclude Toti – che pone fine alla tormentata vicenda che ha pagato una istituzione oltre alle persone coinvolte e che lascia alle forze politiche il dovere di fare chiarezza sulle troppe norme ambigue di questo paese che regolano aspetti che dovrebbero essere appannaggio della sfera politica stessa e non a quella giudiziaria”.