Genova. Ci è voluto tutto un fine settimana di riflessioni e di confronto con i suoi legali Andrea Vernazza e Alessandro Vaccaro ma alla fine anche Aldo Spinelli si è convinto. L’accordo con i pm è stato trovato questa mattina e prevede un patteggiamento a tre anni e due mesi.
Come nel caso di Giovanni Toti, che ha patteggiato due anni e un mese e di Paolo Signorini (per lui l’accordo è di 3 anni e 5 mesi), la ‘quadra’ trovata tra accusa e difesa dovrà passare al vaglio del giudice per l’udienza preliminare Matteo Buffoni, che a questo punto fisserà probabilmente un’unica udienza per tutti e tre.
Nessuno andrà in carcere: Giovanni Toti dovrebbe convertire la condanna con i lavori di pubblica utilità, mentre Signorini e Spinelli con una pena inferiore ai quattro anni potranno chiedere l’affidamento in prova.
Probabilmente anche per Spinelli, come per Signorini, la pena si alzerà lievemente nell’udienza davanti al gup in modo da inglobare anche l’accusa di occupazione ‘abusiva’ dell’area ex Enel prima ancora dell’assegnazione e potrebbe salire a 3 anni e 3 mesi.
Non ci sarà quindi più nessun processo immediato davanti al tribunale collegiale per la maxi inchiesta sulla corruzione che ha travolto la Liguria il 7 maggio. Per gli altri indagati (come Francesco Moncada, Matteo Cozzani e tutti gli altri) le indagini si chiuderanno a fine anno, così come per il filone sul voto di scambio.
Aldo Spinelli è accusato di corruzione nei confronti dell’ex presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a cui avrebbe dato 74mila euro in cambio di facilitazioni nelle pratiche portuali, soldi versati ai comitati dell’ex governatore per le campagne elettorali e Paolo Signorini, l’ex presidente del porto di Genova a cui avrebbe viaggi, soggiorni, giocate al casinò, oltre a 15 mila euro per il matrimonio della figlia e regali alla fidanzata.
La Procura gli aveva anche sequestrato 470mila euro che ora saranno confiscati. Con cui, per la vicenda è indagato anche il figlio Roberto. In dettaglio Spinelli avrebbe corrotto Toti e Signorini per ottenere il rinnovo trentennale della concessione del Termina Rinfuse, per il tombamento di Calata Concenter, per l’assegnazione delle due aree Ex Enel sempre in porto e la vicenda della spiaggia di Punta del’Olmo, per la quale è indagato anche il figlio Roberto.
“Avremmo voluto affrontare il dibattimento certi di dimostrare nei fatti l’innocenza di Aldo Spinelli – dichiarano gli avvocati Alessandro Vaccaro ed Andrea Vernazza – ma la prospettiva di affrontare, peraltro come unico imputato, un processo che si sarebbe protratto per anni, su consiglio dei difensori ha fatto prevalere la volontà primaria del nostro assistito di preservare le aziende e la famiglia dal danno mediatico che ne sarebbe derivato”.
“Per questa ragione seppur a malincuore Aldo Spinelli ha deciso di accettare la proposta di patteggiamento avanzata dalla Procura che, nel contempo, riconosce che tutte le pratiche amministrative oggetto del procedimento penale siano state corrette e legittime nel rispetto dell’interesse pubblico”.