Genova. Il Tar del Lazio ha nuovamente frenato la stretta governativa sulla cannabis light, sospendendo per la seconda volta in meno di un anno un decreto che equiparava il cannabidiolo (CBD) alle sostanze stupefacenti. Una scelta, quella del governo, che fin da subito aveva generato aspre critiche da esponenti dei settori agricoli, che consideravano il provvedimento come una scelta ideologica che metteva a rischio centinaia di aziende e migliaia di lavoratori.
Boccata di ossigeno, quindi, per i coltivatori di canapa light: “Il collegio dei giudici – commenta l’associazione che ha fatto ricorso al Tar, Imprenditori Canapa Italia, come riporta Ansa – ha riconosciuto la validità delle nostre argomentazioni, rilevando il grave pericolo economico e sociale che l’applicazione del decreto avrebbe comportato. Questa decisione rappresenta un’importante vittoria per il settore della canapa industriale, che rischiava di subire gravi danni economici”. Già lo scorso ottobre lo stesso Tar del Lazio aveva sospeso il provvedimento firmato dal ministro Orazio Schillaci dichiarandone l’inefficacia”.
La vertenza però non è finita. La sentenza di sospensione del tribunale amministrativo del Lazio non è entrata nel merito della questione, vale a dire quella di equiparare il cannabidiolo ad una sostanza realmente stupefacente, che sarà oggetto di sentenza il prossimo 16 dicembre.
Nelle scorse settimane la decisione del governo aveva suscitato molte reazioni, non solo nel mondo dell’imprenditoria agricola. Il comico genovese Luca Bizzarri, infatti, aveva provocatoriamente promesso di autodenuciarsi se la linea del governo fosse diventata realtà: “C’è chi specula sull’ignoranza della gente rovinando migliaia di persone che hanno investito in un mercato che prima era legale e poi non era più legale. E’ colpa di quei quattro cialtroni che ci governano e di quei quattro cialtroni che ci governavano prima e che non hanno mai chiarito questa situazione”.