Genova. Un fondo da 7 milioni di euro e aiuti alle imprese, con lo Stato che si farà carico dei danni subiti da vittime e parenti delle vittime di tragedie come quelle del crollo del ponte Morandi. È questo, in estrema sintesi, il contenuto del disegno di legge studiato con il Comitato Parenti delle Vittime del Ponte Morandi, che potrebbe essere inserito già a settembre in apposito decreto e che prende spunto da una tragedia che ha cambiato la storia del Paese provocando la morte di 43 persone.
Lo ha confermato il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi, presente mercoledì mattina alla cerimonia di commemorazione delle 43 vittime della tragedia del 14 agosto 2018: “Abbiamo cercato di chiudere finalmente la proposta di legge per dare un giusto riconoscimento alle vittime di una tragedia come questa, che deve andare oltre il dibattimento processuale, in questo Paese sempre troppo lungo – ha detto Rixi – A noi interessa che il Paese si prenda cura di chi subisce una situazione come questa, dovuta al decadimento, al crollo totale e parziale, di un’opera stradale o autostradale di interessa nazionale. Lo Stato ha un dovere nei confronti dei cittadini di garantire la sicurezza e di occuparsi di loro in caso di tragedie come queste”.
“Credo che oggi avere chiuso questo testo di legge sia importante – ha proseguito Rixi – vedremo a settembre se proseguire con un iter parlamentare di per sé lungo o procedere rapidamente con un decreto del governo per rendere immediata questa proposta entro la fine dell’anno”. Della proposta di legge ha parlato in mattinata anche Egle Possetti, portavoce del Comitato, che lo ha definito uno strumento fondamentale “che rimarrà per il futuro. Se malauguratamente dovesse avvenire un’altra tragedia come la nostra questa legge sarebbe pronta per dare supporto ai parenti delle vittime, e questo per noi è essenziale. Dopo quello che abbiamo passato in questi anni potrebbe aiutare altri a stare meno male”.
Rixi, dal canto suo, ha sottolineato come “la tragedia del ponte Morandi ha segnato non solo la storia del nostro Paese, ma di tutta l’Europa occidentale. Non doveva succedere ed è stata causata da una mancanza di attenzione da parte del sistema nazionale rispetto alla gestione di un sistema autostradale dato in concessione. Giustamente a privati, ma vanno date delle regole per consentire a questo sistema di potersi continuamente rinnovare ed evitare situazioni come quella del Ponte Morandi. Un viadotto che doveva essere demolito molto tempo fa, nel 2018 era ancora in esercizio con un elevato stato di decadimento. Questo vuol dire che non solo vanno ricordate queste vittime, ma bisogna procedere con tutta una serie di riforme, alcune già fatte”.
Il viceministro ha quindi ribadito che “va rivisto un intero sistema, creando un rapporto equilibrato tra pedaggio autostradale e rinnovamento della rete nel tempo. Oggi la nostra rete è per il 54% anteriore agli anni ’70, dovrà nei prossimi 10-20 anni essere in buona parte rinnovata, serve uno sforzo enorme per il Paese e condivisione di obiettivi”.