Genova. Tronchi marci e alberi che rischiano di crollare in presenza di vento forte. È questa la “sentenza di morte” per i pini in corso di abbattimento a Brignole, scritta nei documenti redatti dallo Studio Verde di Torino – incaricato da Aster di analizzare lo stato di salute delle piante in viale Thaon di Revel – di cui Genova24 è venuta in possesso. Sono i risultati dei test, eseguiti con sofisticati apparecchi digitali, in base ai quali il Comune ha deciso di procedere subito al taglio, senza offrire alle associazioni ambientaliste il tempo per fare ulteriori contro-analisi e valutare possibili soluzioni alternative.
Due sono le tipologie di analisi effettuate. A livello preliminare è stato usato uno strumento chiamato Resistograph, un penetrometro in grado di misurare la resistenza meccanica incontrata da una sonda a forma di ago, spessa 1,5 millimetri, inserita nel tronco dell’albero a velocità di traslazione e rotazione costante. A una minore resistenza corrisponde una minore densità, valutata come marciume o cavità del fusto. Dopodiché sono state eseguite le prove statiche di trazione con ancoraggi al suolo per simulare la forza impressa dal vento. I sensori posti alla base della pianta ne misurano i movimenti e, incrociando questi dati coi parametri specifici del luogo (ventosità, contesto, esposizione ecc.) si disegna un grafico che determina il fattore di stabilità dell’apparato radicale.

E alla fine delle analisi – com’è ormai noto – 15 alberi nell’area verde di Brignole sono risultati da abbattere senza possibilità d’appello. Dodici esemplari sono sul lato nord di viale Thaon di Revel (quattro nel tratto di levante, gli altri otto verso ponente), uno è sul lato sud, un altro si trova all’angolo tra via Cadorna e via Fiume. A questi, tutti pini domestici, si aggiunge un pino d’Aleppo nell’aiuola tra il viale e il limite di piazza Verdi. Qui si possono vedere i “referti” delle alberature di levante e di ponente, quello del pinus halepsiensis e quello del pinus pinea nel quadrante di sud-ovest dei giardini.

Tre alberi sono stati dichiarati irrecuperabili solo con la misurazione della densità del fusto, tutti gli altri hanno evidenziato un fattore di stabilità complessivo inferiore a 1, che è la soglia minima di sicurezza, mentre un albero considerato completamente sicuro presenta un fattore di stabilità pari o superiore a 1,5. Con ogni probabilità sono gli effetti del fungo cariogeno imputabile forse ai lavori stradali eseguiti nel 2018 da una ditta in subappalto da Aster, già multata all’epoca dalle guardie ambientali del WWF. Malattia che gli agronomi della partecipata comunale hanno ritenuto incurabile.

I primi test col Resistograph sono datati ai primi giorni di aprile – poco dopo il crollo notturno di un pino che aveva messo i tecnici in allarme – mentre le prove di trazione risultano effettuate a maggio. Ma allora perché si è deciso di aspettare l’estate per abbattere alberi dichiarati pericolosi per l’incolumità pubblica? E perché la consulta del verde è stata convocata il 14 agosto per il successivo 19 agosto?
A rispondere è Giorgio Costa, responsabile del verde di Aster: “I dati vengono elaborati dalla ditta incaricata, dopodiché devono essere validati e verificati. Sono tempi tecnici assolutamente normali. Con queste procedure siamo arrivati a fine luglio ed entro un mese, come da prassi stabilita a livello nazionale, abbiamo programmato l’intervento”.
Nel frattempo, insomma, si accetta il rischio che qualcuno possa farsi male in caso di nuovi crolli? “Questo è un problema storico – continua Costa -. Ci sono due scuole di pensiero. Si potrebbe chiudere completamente tutta l’area appena arrivano i risultati dei test, ma questo vorrebbe dire rasentare il terrorismo. Secondo noi è eccessivo. Finora, e parlo di dati nazionali, non è mai successo nulla in questo intervallo di tempo. Nel giro di un mese dalla comunicazione si fa l’intervento, è uno standard accettato in tutta Italia”. Poi però, come spiegato ieri dall’assessore Mauro Avvenente, l’amministrazione non ha ritenuto di aspettare oltre richiamandosi al principio “prima la sicurezza”, anche per mettersi al riparo da ovvie responsabilità civili e penali. E quindi ieri sera le motoseghe si sono messe inesorabilmente in azione nonostante la rabbia dei contestatori.

Comitati e associazioni avevano chiesto ancora un mese di tempo per consentire all’esperto Gian Pietro Cantiani (intervistato oggi dalla nostra testata) di condurre analisi ancora più precise e valutare l’applicazione di una tecnica di consolidamento delle radici già sperimentata con successo in altre località italiane. “Ma questi non sono alberi monumentali – replica Costa -. L’ancoraggio radicale è una tecnica interessante in un parco, ma lì ci sono decine di utenze nel sottosuolo, bisognerebbe picchettare in mezzo ai marciapiedi dove passa la gente. La realtà ci lascia perplessi. Purtroppo quegli alberi erano arrivati alla fine del loro ciclo vitale e non avevano speranza. Il prima possibile, a ottobre o novembre, inizieremo a piantumare nuovi esemplari”.
In questi giorni, tra l’altro, si è diffusa la voce che i tagli sarebbero giustificati anche dal progetto dei quattro assi di forza del trasporto pubblico, che prevede di realizzare in viale Thaon di Revel uno dei capolinea dei bus elettrici provenienti dalla Valbisagno con tanto di stazione di ricarica rapida nel tratto in prossimità di via Fiume. Proprio Aster aveva dichiarato che uno di quei pini sarebbe stato comunque da abbattere.

“In realtà quel progetto è ancora in corso di valutazione – spiega il responsabile del verde di Aster – e comunque la nostra intenzione è toccare gli alberi il meno possibile. D’altra parte, se li abbattessimo per gli assi di forza, non avrebbe senso lasciarne alcuni e reimpiantarne altri, come invece stiamo facendo”. Nella stessa strada, peraltro, è presente da anni un tratto di bifilare aerea sul lato sud che ha sempre convissuto senza problemi con le alberature storiche.