Genova. Con settembre alle porte, per le famiglie liguri e italiane torna lo spauracchio del caro-scuola, con una “annata” che si preannuncia particolarmente pesante a causa di inflazione e rialzo dei prezzi che in alcuni casi sfioreranno anche il 20%, vale a dire un quinto in più di quanto registrato nel 2023, già tra i più cari di sempre.
A far pesare la lunga lista della spesa sono soprattutto gli accessori, zaini e astucci in primis, che fanno registrare un aumento medio del 7%, ma che può variare notevolmente al rialzo in caso di marche griffate o brandizzate. I prezzi medi ad oggi si aggirerebbero tra i 70 e i 130 euro per uno zaino di marca. Ma la voce più salata sarà quella dei libri scolastici, che per quest’anno, secondo le stime di Federconsumatori, arriveranno ad avere un prezzo di copertina in crescita anche del 15%: il prezzo totale per un “equipaggiamento” completo, partendo da zero, potrebbe quindi arrivare a sfiorare i mille euro ad alunno.
Le cause di questi aumenti sono molteplici: l’inflazione, spinta dai rincari generali del commercio globale che ha fatto schizzare i prezzi delle materie prime e della manifatturiera di base, e poi la crescente richiesta di prodotti di marca e “sponsorizzati” dagli influencer, che influenzano le scelte di acquisto di studenti e famiglie. Almeno finché possono.
Il tetto di spesa dei libri scolastici
Esiste tuttavia un tentativo di arginare i prezzi, vale a dire il tetto di spesa dei libri scolastici. Come funziona? Ogni anno, nel predisporre la lista dei libri, il collegio dei docenti si deve destreggiare con un massimo di spesa: nel 2012 sono stati fissati i limiti 294 euro per la prima classe, 117 euro per la seconda e 132 euro per la terza classe. Per le superiori la spesa dei libri è più alta e varia a seconda del tipo di scuola: si parte da 335 euro per il liceo classico fino ai 244 euro per gli Istituti professionali, sempre parlando del primo anno.
Il problema è che nel frattempo i prezzi di listino sono continuati a salire, a causa dei rincari delle materie prime e della filiera della stampa. La cosa ha creato diversi problemi e salti mortali per la scelta dei docenti, spesso costretti a far studiare i ragazzi su libri in formato digitale. Unica via di fuga, la possibilità del superamento del tetto di spesa consentito entro il limite massimo del 10% previsto in casi eccezionali e motivati.
L’inflazione a tavola
I rincari, chiaramente, non escluderanno le mese scolastiche: solo lo scorso anno, i ricercatori di Cittadinanza attiva, avevano registrato un aumento medio del 3% per le famiglie con Isee inferiore ai 20mila euro, con un costo mensile che nella fascia più bassa oscilla tra gli 80 e i 90 euro ad alunno.
Oggi i listini non sono ancora stati definiti, e molto dipenderà dai trasferimenti statali ai comuni, ma è probabile che anche su questo fronte potrebbero arrivare sorprese non proprio gradite per le famiglie genovesi.
Batosta genovese
Per quanto riguarda genovesi e liguri, quindi, una vera e propria stangata che si aggiunge alla già galoppante inflazione record che vede il capoluogo ligure primeggiare sul resto del paese con gli aumenti percentuali più significativi lo scorso anno si è chiuso con aumenti fino al 6.9%.
Come fare allora per provare a tamponare questo “bagno di sangue”? Alcune soluzioni potrebbero essere l’acquisto di libri usati, una maratona di comparazioni tra librerie e cartolerie, e l’utilizzo, dove possibile, di gruppi di acquisto direttamente interfacciati con fornitori. In alcune scuole genovesi, inoltre, già da tempo i dirigenti sono riusciti a trovare sponsorizzazioni per fornire a tutti gli alunni gli accessori base, come diari e zainetti della scuola.