Genova. “In Liguria stiamo aspettando di capire quale è il programma del centrosinistra”, lo ha detto Matteo Renzi ieri sera intervistato sul palco della Festa dell’Unità di Pesaro. Una cautela che non passa inosservata se la si paragona alle dichiarazioni fatte alla tv La7 la scorsa settimana quando il leader di Italia Viva aveva affermato che sicuramente il suo partito avrebbe sostenuto il centrosinistra.
Cosa è cambiato nel frattempo? Renzi sa che in queste ore la coalizione di centrosinistra sta chiudendo sul candidato – con ogni probabilità Andrea Orlando – ma sa anche che una delle condizioni poste dai partiti che non sono il Pd è che Italia Viva sia tenuta fuori. Tuttavia, almeno di facciata, la posizione dell’ex premier resta quella di una convinta adesione al campo largo. Anche in Liguria.
Italia Viva a due teste però: perché se la coordinatrice nazionale Raffaella Paita, lavorando in silenzio, sta facendo il possibile per mettere d’accordo chi vorrebbe tornare nell’alveo del centrosinistra e chi invece è convinto sostenitore del “modello Liguria”, non si trattiene dalle dichiarazioni nette Mauro Avvenente, l’assessore alle Manutenzioni della giunta Bucci a Genova, ex esponente del Pd e dell’opposizione.
“In un messaggio sulla chat di Italia Viva questa mattina ho ribadito quello che ho già avuto occasione di dire al sindaco – ha detto a margine della presentazione di un cantiere a Caricamento – due anni e mezzo fa facemmo una scelta che anche a quel tempo era stata molto dibattuta, ed era stata quella di stare dalla parte del ‘sindaco del fare’, oggi a due anni e mezzo di distanza abbiamo pensato di confermare la fiducia, poi vedremo cosa succederà ma il nostro appoggio al sindaco Marco Bucci e alla sua politica della realizzazione delle infrastrutture e di rilancio della città di Genova è totale è assoluto“.
Se alla fine Italia Viva dovesse spingere fino a trovare il suo spazio nella coalizione è probabile che figure come Avvenente, ma anche come Davide Falteri o Arianna Viscogliosi, consiglieri comunali nel gruppo Vince Genova, dovrebbero lasciare il partito e trovare un’altra collocazione.
Ma il problema non è solo, e non tanto, sui nomi, sulle persone, quanto sui temi. Italia Viva ha un approccio al tema infrastrutture decisamente aggressivo rispetto a quello di parte della coalizione che in Liguria vuole strappare la regione al centrodestra: “Io la Gronda la voglio fare”, ha detto ieri sera, sempre a Pesaro, Matteo Renzi. “La Gronda si fa o non si fa? Beppe Grillo diceva che la Gronda non l’avrebbe fatta manco con l’Esercito, ma io la Gronda la voglio fare”, ha sottolineato. Innervosendo, ancora una volta, non solo il M5s ma anche i rossoverdi. Tutte forze che auspicano che Italia Viva, con la sua dote del 2-3% delle preferenze, possa non essere considerata decisiva per la vittoria.
Intanto contro l’ingresso di Matteo Renzi “senza se e senza ma” in coalizione si schiera anche Sergio Cofferati, ex segretario della Cgil, già europarlamentare del Pd: “Non è possibile stare nel centrosinistra se a Genova fai parte della giunta di centrodestra, come nel caso di Italia Viva. Ergo. Renzi deve uscire dalla giunta, e deve farlo prima di sedersi al tavolo del centrosinistra. Non solo”, spiega in un’intervista a Il Fatto Quotidiano.
“Lo scorso primo giugno, a Genova, disse cose molto sgradevoli nei confronti di Andrea Orlando”, aggiunge Cofferati riferendosi alla frase detta da Renzi contro l’ex ministro, cioè, ‘Se si candida Orlando, Toti rischia di vincere anche dai domiciliari’. “È necessario che il leader di Iv cambi radicalmente giudizio su Andrea. A mio avviso è la seconda condizione perché possa sedersi al tavolo del centrosinistra – aggiunge – se Renzi rientrasse nel centrosinistra comunque sottolinea ancora Cofferati “farebbe parte di una coalizione dove mezzo Pd e i 5Stelle raccolgono assieme alla Cgil le firme contro la sua legge, il Jobs Act…Sarebbe come ammettere di aver sbagliato gran parte delle sue politiche”, conclude.