Genova. Una telefonata tra le 11.36, ora del crollo del ponte Morandi, e le 11.37, ricevuta mentre era in macchina diretto verso Palazzo Tursi. È questo il primo ricordo che ha il sindaco di Genova, Marco Bucci, del 14 agosto 2018, giorno in cui la storia della città e di un’intero Paese sono cambiate.
Bucci mercoledì mattina ha raggiunto la Radura della Memoria per la commemorazione che ormai da cinque anni si tiene in ricordo delle 43 vittime della tragedia. E sul ricordo di quella mattina la voce si spezza e affiorano le lacrime di commozione: “Ero in macchina, stavo andando in Comune dopo una riunione in Città Metropolitana, e alle 11.36 o 37, ora non ricordo bene, ho ricevuto la telefonata da un vigile, credo il capo pattuglia, che mi ha detto ‘attenzione è crollato un pezzo del ponte Morandi‘. Io dissi ‘si è fatto male qualcuno?’, pensavo fosse crollato un guardrail o un new jersey. Mi hanno detto che erano crollati 200 metri di ponte ed è stato panico – ha detto ai microfoni dei cronisti – Abbiamo aperto il coc di emergenza poco dopo e abbiamo iniziato a lavorare, due ore dopo prima conferenza stampa in protezione civile dove in una atmosfera terribile ho avuto il coraggio di dire che Genova non era in ginocchio”.
“Quello che è accaduto quel giorno non si dimenticherà mai e siamo qui per confermare questo dopo sei anni, avrò occasione di far leggere messaggio del presidente Mattarella, lo leggeremo di fronte a tutti – ha aggiunto Bucci – Genova non dimentica e non dimenticheremo mai, ma soprattutto il monito per noi è di costruire e costruire bene, abbiamo tanti investimenti in infrastrutture, non dobbiamo commettere gli errori del passato, dobbiamo costruire bene e costruire infrastrutture, che servono, sicure. Non devono succedere più tragedie di questo tipo. Genova non era in ginocchio quel giorno, l’ho detto due ore dopo la tragedia, lo abbiamo dimostrato e continueremo a dimostrarlo, non ci arrendiamo davanti niente, ma bisogna continuare il cammino e bene e accelerare se si può”.
Il sindaco ha poi parlato del memoriale in fase di costruzione: “Il memoriale sarà come è stato voluto dai parenti delle vittime – ha sottolineato – i sentimenti che hanno loro sono diversi da quelli che abbiamo noi, dobbiamo riconoscerlo e rispettarlo, abbiamo fatto quello che volevano loro e sono onorato che abbiano collaborato con noi, è il loro spazio, non dobbiamo dimenticarlo mai. È aperto a tutti, al mondo, ma è il loro spazio. Stiamo facendo il progetto esattamente come è stato disegnato da loro”.