Genova. “Noi sappiamo cosa è successo e perché, ma vogliamo che ciò che sappiamo diventi verità processuale e arrivino le condanne”. A parlare, nel giorno del sesto anniversario del crollo del ponte Morandi, è Egle Possetti, portavoce del Comitato Parenti Vittime del Ponte Morandi e sorella di Claudia, morta a 48 anni nel crollo. Con Claudia, sull’auto, c’erano anche il compagno Andrea Vittone, 50 anni, e i figli di Claudia, Manuele e Camilla, di 16 e 13 anni
“In questi sei anni di importante è accaduto che sono state fatte le indagini in modo molto approfondito e il processo è partito con grande impegno di tutti, e questo è un dato che non era scontato – ha detto Possetti nella Radura della Memoria, dove questa mattina si tiene la cerimonia di commemorazione delle 43 vittime – Ovviamente speriamo si possa giungere, quanto prima, a una sentenza di primo grado per poi arrivare alla fine di questo calvario processuale. Purtroppo in Italia i processi sono così, lunghi, e noi abbiamo bisogno di certezza su ciò che in cuor nostro è già certo, ovvero le motivazioni di questa tragedia. Dobbiamo avere una verità processuale definita, delle condanne, perché non è stato un meteorite, la bobina, il fulmine o quant’altro hanno cercato di inventare. È chiaro dalla documentazione, da tante cose, ma vogliamo che diventi verità processuale. Non cambia nulla, i nostri cari non torneranno, ma sarà un passo importante per tutto il Paese”.
“Nel processo stiamo lottando per l’emersione dell’unica verità possibile, contro ogni mistificazione, contro ogni tentativo di purificare l’acqua che scorre intorno a noi e cerca di lavare via il segno lasciato dalla vita di 43 persone – ha poi aggiunto durante la commemorazione -. Questa vergogna nazionale vede alla sbarra appartenenti alle società interessate e parti che appartenevano o appartengono agli uffici pubblici, un insieme di mancanze, carenze, incompetenza e delinquenza che ha permesso che quel giorno segnasse la fine per 43 persone che avevano il diritto di continuare la loro esistenza. La giustizia dovrà essere efficace, dovrà garantire alle vittime la verità, è nostro dovere di cittadini vigilare insieme perché la legge possa essere uguale per tutti.
Gli sforzi del Comitato hanno portato anche a un disegno di legge destinato a cambiare per sempre il modo in cui tragedie di questo genere verranno gestite: “Lo abbiamo proposto quattro anni fa e la cosa fondamentale è che rimarrà per il futuro – dice Possetti – Se malauguratamente dovesse avvenire un’altra tragedia come la nostra sarebbe pronta per dare supporto ai parenti delle vittime, e questo per noi è essenziale. Dopo quello che abbiamo passato in questi anni potrebbe aiutare altri a stare meno male. Lo Stato in alcuni aspetti ci è stato vicino, abbiamo visto negli ultimi mesi molta attenzione su questo disegno di legge e la volontà di portarlo a termine, e speriamo di avere lo Stato presente quando inaugureremo il memoriale. È la prima volta che un comitato diventa parte civile in un processo, e questo è un dato storico che farà giurisprudenza”.
Possetti ha quindi sottolineato un aspetto fondamentale per le famiglie delle vittime, e cioè l’importanza di non dimenticare mai quanto accaduto, puntando i fari proprio sul memoriale in costruzione: “Il rischio c’è e questa è una battaglia contro cui dovremo lottare per sempre – ha detto – il memoriale sarà il punto fermo del ricordo, in cui ci sarà la storia di quanto avvenuto. E tra 20 anni i ragazzi che oggi non sono ancora nati potranno andare lì e capire che cosa è avvenuto. Questo per noi è un punto importantissimo del memoriale, che non dovrà essere una cattedrale nel deserto. Dovrà essere vivo e vitale e faremo il possibile per mantenerlo tale”.
La memoria collettiva “purtroppo si sta dileguando nel tempo. La memoria sopita è conveniente, anche per il potere economico che sta ricevendo un duro colpo dopo l’emersione del marciume alla base della tragedia – ha aggiunto -. Quanto emergerà nel processo dovrà essere gridato, illuminato, per rispetto di quelle vite che si sono volatilizzate e per tutti noi cittadini che abbiamo bisogno di continuare a sperare che qualcosa intorno a noi sia ancora limpido”.