Genova. Sono ormai stati ampiamente superati i mille casi di peste suina africana in Liguria: al 6 agosto quelli accertati dall’inizio dell’epidemia erano 1.007, tre in più rispetto all’ultimo rilevamento, mentre in Piemonte il numero è rimasto stabile a 662.
Il totale di casi positivi oggi sale dunque a 1.669, la maggioranza dei quali in Liguria. Gli ultimi tre casi sono stati rilevati tutti in provincia di Genova, uno proprio a Genova, dove i casi totali sono 258, uno a Lumarzo (22), uno a Serra Riccò (24).
Rimangono stabili a 157 i Comuni in cui è stata osservata almeno una positività alla Peste Suina Africana. Nel frattempo si attende la nomina del nuovo commissario dopo le dimissioni di Angelo Caputo, che il 31 luglio ha concluso il suo incarico per “motivi personali” legati ai tanti impegni da direttore dell’Istituto Zooprofilattico di Umbria e Marche.
L’andamento della peste suina africana in Italia, in Liguria e Piemonte in particolare, è da tempo oggetto di critiche per provvedimenti ritenuti non efficaci al contenimento. Il report del team di veterinari mandati dalla Commissione Europea in Italia ha confermato che le misure prese a oggi – essenzialmente recinzioni e caccia – non bastano e addirittura possono essere controproducenti.
“La strategia complessiva di controllo della peste suina nel Nord Italia deve essere migliorata. Ogni regione/provincia attua le proprie misure con un coordinamento minimo con i vicini – si legge nel report – È necessaria una strategia di controllo delle malattie coordinata e armonizzata per il Nord Italia che consideri la situazione epidemiologica complessiva, indipendentemente dai confini amministrativi”.
Fondamentale quindi individuare al più presto un nuovo commissario che possa rivedere le strategie di gestione della PSA, come chiesto più volte da Coldiretti, che lo scorso 10 luglio è scesa in piazza proprio a Genova per protestare contro i danni causati alle colture: “Se inizialmente la necessità è stata quella di mettere in campo le azioni per cercare di arginare il rischio di diffusione della malattia, allo stato attuale l’obiettivo da soddisfare deve necessariamente essere la sua eradicazione”, avevano tuonato Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, rispettivamente presidente di Coldiretti Liguria e delegato confederale.
La richiesta rivolta alla politica è sempre la stessa: aumentare gli abbattimenti, consentendo a più soggetti di agire in questo senso, e intervenire sulle operazioni di contenimento “attraverso metodi ecologici, ovvero utilizzando strumenti di cattura, permettendo, previa autorizzazione regionale, la possibilità per gli imprenditori agricoli di autocostruirsi le gabbie necessarie per effettuare le catture”. Modifiche che soltanto un commissario straordinario, in accordo con le Regioni, può autorizzare.
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