Filone

Diga, inchiesta della procura europea per turbativa d’asta con danni all’Ue: indagherà la Finanza

Trasmesse le carte dell'inchiesta per corruzione con le intercettazioni in cui Toti sosteneva che il vincitore dell'appalto "si sapeva già" mesi prima dell'assegnazione dei lavori

nuova diga taglio nastro

Genova. “Turbativa d’asta con danno agli interessi finanziari della Comunità europea”: questa l’ipotesi di reato legata all’appalto per la realizzazione della nuova diga foranea del porto di Genova e su cui indaga la procura europea.

La notizia di un fascicolo sulle scrivanie dei pm Stefano Castellani e Adriano Scuderi era più di una voce ormai da tempo – cioè da quando le carte dell’inchiesta per corruzione in Liguria a maggio avevano gettato nuove ombre sulla grande opera – ma adesso i procuratori europei hanno impresso un’accelerazione alle indagini, evidenziato il tipo di illecito nonché affidato gli approfondimenti investigativi al nucleo di polizia economica finanziaria della guardia di finanza di Genova, la stessa squadra che ha portato avanti anche le indagini della maxi-inchiesta tra porto e politica.

La “turbativa d’asta con danno agli interessi finanziari della Comunità europea” è uno dei reati Pif, elencati nella direttiva UE 2017/1371. Il danno alle casse Ue è legato al fatto che l’appalto per la nuova diga, da oltre 1 miliardo, beneficia di 500 milioni di fondi del Pnrr.

Nelle passate settimane la procura di Genova ha trasmesso all’European public prosecutor’s office, che nel caso di Scuderi e Castellani ha sede a Torino, l’intercettazione del 21 settembre 2021 tra Giovanni Toti e l’imprenditore Aldo Spinelli in cui, otto mesi prima dell’assegnazione dell’appalto, dopo una gara dall’andamento tutt’altro che lineare, l’ex governatore dice: “La diga.. Sappiamo già anche chi la fa… Secondo me vince Salini Fincantieri”.

Cosa che poi è effettivamente avvenuta con i lavori assegnati al consorzio “PerGenova Breakwater” di cui fanno parte Webuild e Fincantieri Infrastructure (le stesse aziende che hanno ricostruito il ponte San Giorgio dopo il crollo del viadotto Morandi), in alleanza con Fincosit e Sidra. Contro l’assegnazione aveva presentato ricorso (vincendo al Tar ma con sentenza ribaltata in consiglio di stato) il consorzio secondo classificato, Eteria.

La gara era finita anche nel mirino dell’Anac, l’Autorità anticorruzione. Che aveva contestato ad Autorità portuale e commissario per la diga (ruoli ricoperti da Signorini fino al suo passaggio in Iren) le procedure seguite per l’assegnazione dell’appalto parlando di “anomalie e distorsione della concorrenza” ma anche la possibilità di ottenere automaticamente delle varianti in relazione alle problematiche geologiche collegate alle operazioni di basamento su fondali fangosi.

Sulla vicenda il commento della Lista Toti e Noi Moderati che, ancora una volta, attaccano la stampa: “Come il postino del famoso film, il Secolo e altra stampa di parte, ripetono la notizia sempre due volte. Forse non la capiscono alla prima. Chissà. Quel che è certo è che Toti non c’entra nulla con la gara della Diga e i meccanismi di aggiudicazione. Immaginare che possa vincere la cordata che rappresenta la prima azienda italiana di costruzioni, che ha già realizzato il Ponte San Giorgio, non ci sembra neppure una previsione troppo originale”. E ancora. “Vediamo se tra magistrati in cerca di colpe, stampa in sostegno di una parte politica, e vari partiti anti diga e anti tutto riusciranno a bloccare anche quest’opera attesa da decenni. Chi oggi tace davanti a tutto ciò, non si lamenti domani, di fronte a un film la cui trama appare già scritta”, conclude la nota.

Sulle possibili irregolarità nell’assegnazione dell’appalto per la nuova diga la procura di Genova era stata sollecitata, nelle passate settimane, anche dalla Rete genovese dei comitati.

leggi anche
Generico settembre 2024
Grande opera
Nuova diga, Bucci: “La gara per la variante è già pronta, aspettiamo l’ok dal ministero”

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.