Il ritratto

Addio al ligure Franco Siccardi, professore e pioniere della protezione civile in Italia

Fu tra gli ideatori del centro meteo-idrologico della Liguria. Il ricordo di Arpal e Fondazione Cima, una delle sue creature: "Lascia un vuoto incolmabile nella comunità scientifica"

Franco Siccardi fondatore Fondazione CIMA Savona

Genova. È morto ieri Franco Siccardi, già professore ordinario di costruzioni idrauliche all’Università di Genova, tra i fondatori della Protezione civile nazionale e padre della Fondazione Cima. Aveva 82 anni ed era assessore all’Urbanistica e all’Ambiente nel Comune di Stella.

Siccardi, commenta oggi Arpal, lascia “un vuoto nella comunità scientifica, nella protezione civile e non solo: un uomo visionario e precursore di un pensiero ed un agire a 360 gradi nel campo della protezione dai rischi naturali (e antropici), che ha lasciato il segno sia nella comunità internazionale e nazionale che in quella locale e nei singoli che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e lavorare con lui”.

In Arpal Siccardi era transitato agli inizi degli anni 2000 attraverso il centro metro-idrologico della Regione Liguria, nato in ambito universitario dalla sua mente e da quelle di Corrado Ratto e Giovanni Solari, per volere della Protezione civile della Regione Liguria. Una creazione non scontata, concepita in modo innovativo e interdisciplinare, che è stata la prima ad essere riconosciuta come centro funzionale in ambito nazionale. Arpal ha coltivato in questi anni una collaborazione costante con Siccardi e i suoi eredi scientifici, per rimanere al passo con quella spinta innovativa che ha contraddistinto la sua visione sistemica, filosofica e al tempo stesso concretissima della prevenzione e gestione del rischio.

Francesca Giannoni, dirigente del centro meteo-idrologico, sua allieva alla facoltà di Ingegneria prima che sua dottoranda e collega poi, lo ricorda nel primo giorno che lo conobbe: “Domani loro si doteranno di galosce e una torcia e insieme a me si recheranno sotto la copertura del Bisagno, un buon idrologo i piedi nell’acqua ce li deve mettere… il travolgente entusiasmo, la visione lungimirante quasi visionaria, la fortissima passione per ogni nuovo progetto, una guida ferma, un maestro di vita prima che di scienza”.

Elisabetta Trovatore, commissaria straordinaria dell’Agenzia, lo ricorda come un grande maestro per un’intera generazione di ingegneri ed esperti del settore: “Ricordo chiaramente i primi passi mossi come neolaureati e neodottorati nel nascente Cmirl e i progressi fatti in pochi anni sotto la guida esperta e illuminante dei professori che lo hanno fatto nascere. L’Agenzia e in particolare il Cmi, che hanno raccolto questa sfida tramutandola in realtà operativa grazie anche al perdurare di questo connubio con Fondazione Cima (un’altra sua creatura), salutano con grande affetto e gratitudine il professor Franco Siccardi”.

Il presidente di Fondazione Cima Luca Ferraris ricorda Franco Siccardi con queste parole: “Un maestro è chi trasmette la conoscenza, un buon maestro è chi ti sta a fianco e fornisce gli strumenti per accrescerla, giorno dopo giorno. Questo è stato Franco: un uomo di scienza, curioso, ironico, visionario che ha saputo cogliere nel dialogo tra le diverse discipline, non solo scientifiche, il punto di svolta per avanzare sempre. E ai suoi allievi, a chi lavorava con lui (e io sono stato prima l’uno e poi l’altro), ha trasmesso questa mentalità che non smette mai di farsi, e fare, domande, permettendoci di arrivare a conoscenze più vaste, a ragionamenti più motivati. Ed è quella lezione, la più importante anche se non si trova nei libri, a rimanere per sempre, perché entra a far parte di noi, del nostro modo di pensare, di lavorare. Di vivere”.

“Figura di spicco nel panorama scientifico italiano e internazionale, presidente emerito, fondatore e primo presidente di Fondazione Cima, Franco Siccardi lascia un vuoto incolmabile nella comunità scientifica e in tutti coloro che hanno avuto il privilegio di essere suoi allievi e lavorare al suo fianco. Siccardi ha dedicato la sua vita allo studio e alla previsione dei rischi naturali, con una passione e un impegno che hanno ispirato generazioni di studenti e studentesse, ricercatori e ricercatrici, donne e uomini di Protezione Civile”.

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