Verso il processo

Morte del 14enne Andrea Demattei, la Procura chiede di processare i due istruttori di canoa e sei vigili del fuoco

Chiesta l’archiviazione per i tre pompieri della centrale operativa di Genova: non hanno responsabilità nella tragedia

andrea demattei

Genova. La Procura di Genova ha chiesto il rinvio a giudizio dei due istruttori di Andrea Demattei, il 14enne morto per ipotermia dopo che la canoa con cui si allenava era rimasta incastrata in un tronco nel torrente Entella a Chiavari, e di sei vigili del fuoco che quel drammatico giorno non riuscirono a salvarlo.

L’udienza preliminare è stata fissata il 7 novembre davanti alla gup Carla Pastorini. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giorgio Zunino, Roberta Barbanera, Nadia Solari, Silvia Morini e Guido Motta.

Dopo aver chiuso le indagini preliminari il pm Francesco Cardona ha stralciato e chiesto l’archiviazione per altri tre vigili del fuoco indagati, tutti in servizio presso la sala operativa di Genova.

La Procura chiede di processare i due istruttori della Shock Waves Sport di Sestri levante perché quel giorno, era il 16 gennaio 2023 decisero di far risalire agli allievi la foce del fiume Entella, nonostante la forte corrente e la presenza di un grosso tronco sotto una delle campate. Uno degli istruttori aveva anche mostrato al 14enne come manovrare in sicurezza per evitare il tronco, ma il giovanissimo canoista ha probabilmente compiuto un errore ed è rimasto incastrato. Uno di loro è rimasto oltre mezz’ora accanto al ragazzo per evitare che finisse sott’acqua.

Ma a essere sotto accusa sono soprattutto i soccorsi che, secondo la Procura, come avevano denunciato fin dall’inizio i famigliari del ragazzo (assistiti dall’avvocata Rachele Destefanis), non hanno funzionato.

Intervento in ritardo” e “manovre di salvataggio scorrette” scrive nero su bianco il pm Cardona. Per la Procura nessuna fase di quell’intervento è stata gestita correttamente. A rischiare il processo per omicidio colposo sono sei vigili del fuoco: i quattro della squadra di Chiavari a cominciare dal caposquadra e i due sommozzatori arrivati da Genova.

Tra gli errori imputati a questi ultimi quello di non aver adeguatamente considerato le indicazioni dell’istruttore che era rimasto a lungo in acqua a cercare di tenere sollevata la testa del 14enne, “circa la posizione di incastro della canoa e l’opportunità di tentare una trazione con funi della stessa”.  

Avrebbero potuto utilizzare l’autoscala, scrive il pm “che sarebbe potuta servire per facilitare grazie alle funi l’estrazione del ragazzo dalla canoa”, azione “che sarebbe risultata poi risolutiva” ma che fu messa in atto troppo tardi quando il 14enne era già in un grave stato di ipotermia che ne causerà la morte.

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