Non solo finanziamento illecito

Spot sul maxischermo per Toti pagati da Esselunga: Maurizio Rossi indagato anche per corruzione

L'iscrizione non è nuova ma non era mai trapelata. L'avvocato Scodnik: "Contestazione schizofrenica"

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Genova. Maurizio Rossi, editore di Primocanale e proprietario del maxischermo di Terrazza Colombo, è indagato dalla Procura di Genova anche per corruzione, oltre che per finanziamento illecito.

L’iscrizione non è recente ma nei suoi confronti – visto che è indagato a piede libero e non colpito da alcune misura restrittiva – era trapelata fino ad ora  anche dai suoi stessi legali solo l’ipotesi di finanziamento illecito.

Ma come emerge già dal decreto di perquisizione nei suoi confronti Maurizio Rossi risulta iscritto nel registro degli indagati per corruzione e per finanziamento illecito ai partiti in concorso con Francesco Moncada, Giovanni Toti e Matteo Cozzani. La vicenda, come noto, è quella relativa agli spot andati in onda sul maxischermo di Terrazza Colombo a favore del comitato Toti e che secondo l’accusa sarebbero in realtà stati pagati in modo occulto da Esselunga in cambio della velocizzazione di alcune pratiche amministrative per consentire l’avvio del progetto del nuovo superstore di Sestri Ponente.

Come fra l’altro era già chiaro dal capo di imputazione, ma i legali di Rossi avevano sempre fatto riferimento al solo finanziamento illecito, “Moncada, in accordo con Rossi, Cozzani e Toti, prometteva di concludere e poi concludeva un contratto di pubblicità con Maurizio Rossi che formalmente avrebbe dovuto pubblicizzare solo Esselunga ma che, in realtà, avrebbe pubblicizzato anche la campagna elettorale della lista Liguria al Centro Toti per Bucci”.

L’accordo viene siglato in una conversazione che avviene il 17 marzo 2022 nell’ufficio di Matteo Cozzani, allora capo di Gabinetto della Regione e poi condiviso con Toti a cui sarà lo stesso Rossi a illustrare i dettagli.

Moncada, chiede a Rossi come poter dare “una mano a Bucci”, riferendosi evidentemente alle imminenti elezioni amministrative di Genova (“siamo tutti molto contenti, tutti cosi…eccetera eccetera…io sto pensando nel mio cumulo delle…se tutti mi danno qualche cosa, tutto migliora, Bucci, non possia…domandanon possiamo togliere qualche cosa a noi e mettere Bucci…però bisogna farlo bene…senza che nessunodobbiamo dormire tutti tra due cuscini…”. A quel punto Cozzani chiede a Moncada e Rossi di spegnere i telefoni cellulari (“…allora, spegniamo questo qui che…”). E gli interlocutori non esitato nemmeno un attimo: “…allora questo qui io lo metto proprio via…” dice Moncada.  E lo stesso fa Maurizio Rossi.

Spenti i telefoni i tre studiano il sistema illustrato da Rossi, vale a dire il fatto che il comitato Toti dovrà fare una contratto da 5mila euro (“Bucci comunque deve fare un contratto perché nel momento in cui compare”…) che valgono 500 passaggi sul maxischermo (ma sono stati appunto oltre 6mila). Nel contempo Esselunga che già aveva un contratto annuale con la Ptv per circa 180mila euro per le insegne (quella fissa e quella del maxischermo), stipulerà un ulteriore contratto da 50mila euro per avere anche la pubblicità sulla rete televisiva di Primocanale. E grazie a questo ulteriore contratto Rossi farà decuplicare i passaggi elettorali delle liste di Toti sul maxischermo di Terrazza Colombo. Esselunga in cambio, avrà lo sblocco delle pratiche relative all’apertura del nuovo punto vendita di Sestri ponente (tra via Hermada e via Albareto, fermo presso gli uffici della Regione.

Rossi per lo stesso episodio è indagato anche per finanziamento illecito ai partiti e, insieme a Giovanni Toti (per cui era stata chiesta e ottenuta una misura cautelare anche su questo reato), è indagato a piede libero per finanziamento illecito anche in relazione alle elezioni politiche del settembre 2022. Per gli inquirenti Rossi, in quella occasione, “avrebbe erogato un ulteriore finanziamento rappresentato da 1.598 passaggi elettorali pubblicitari sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo, del valore di circa 23.970 euro in modo occulto e cioè senza alcuna delibera da parte dell’organo sociale competente, senza una regolare iscrizione a bilancio e senza procedere ad alcuna dichiarazione congiunta”. Anche in questo caso, per giustificare tali passaggi pubblicitari, Rossi “avrebbe stipulato con il Comitato Giovanni Toti un contratto per la proiezione di un totale di 30 passaggi al prezzo complessivo di 450 euro ma in realtà, a fronte dei 30 passaggi previsti e contrattualizzati ne sarebbero stati effettuati 1.598 per un valore economico complessivo pari a 24.420 euro”

“Sostanzialmente – è il commento di Nicola Scodnik, avvocato di Maurizio Rossi – si tratterebbe di una contestazione schizofrenica, tenuto conto che nelle imputazioni ufficiali oggetto del giudizio immediato si può leggere senza tema di smentita che Rossi, al contrario, non è in alcun modo responsabile di corruzione. Questo fornisce ancora una volta la misura della poca sostanza di cui si compongono le accuse di questo procedimento”.

Mentre Giovanni Toti per quegli spot – oltre che per le ipotesi di corruzione da parte di Aldo Spinelli – sarà processato a partire dal 5 novembre grazie al decreto di giudizio immediato, per Maurizio Rossi, Francesco Moncada e Matteo Cozzani, le indagini si chiuderanno sono in autunno o addirittura a fine anno. E, come è normale, solo con la chiusura delle indagini gli inquirenti decideranno se gli elementi di prova raccolti sono a loro avviso sufficienti per esercitare l’azione penale, vale a dire per chiedere il rinvio a giudizio. Altrimenti potranno chiedere l’archiviazione.

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