Basta

Turismo, Camogli dichiara guerra alle keybox delle case vacanze: “Pedoni a rischio”

Un'ordinanza impone la rimozione entro il 1° settembre delle scatole con le chiavi per gli inquilini di case vacanze e b&b

keybox

Camogli. Ormai si trovano ovunque: pareti, pali della luce, ringhiere, segnali stradali. E così anche il Comune di Camogli ha dichiarato guerra alle keybox, scatoline spesso fissate con un lucchetto e apribili con una combinazione numerica per permettere agli inquilini di case vacanze, affittacamere, bed&breakfast e simili di accedere in autonomia al loro alloggio, senza che il gestore debba passare per consegnare manualmente le chiavi.

Il giro di vite arriva con un’ordinanza del sindaco Anelli che impone “ai proprietari di keybox, lucchetti od oggetti ad essi equiparati depositati in luoghi pubblici, di provvedere immediatamente e senza indugio e, comunque, entro e non oltre il giorno 1° settembre 2024, alla rimozione degli stessi, al fine di provvedere ad eliminare la situazione di degrado dei beni pubblici”.

Negli ultimi mesi l’incontrollato proliferare di questi oggetti ha fatto emergere anche problemi di sicurezza: “La situazione – si legge ancora nel provvedimento – crea forte disagio alle utenze deboli (pedoni, disabili) e interferisce con la fruibilità dei marciapiedi, delle aree pubbliche e dei passaggi pedonali ed in particolare ai corrimani posti a servizio di strade pedonali, diminuendone, conseguentemente, la sicurezza, il tutto con grave pregiudizio per il decoro urbano“.

Scaduto il termine del 1° settembre, il Comune di Camogli “provvederà direttamente nell’intervento, dove si riterrà necessario e con priorità alle situazioni di maggior rischio, addebitando le relative spese ai proprietari”. Per i trasgressori che la polizia locale riuscirà a individuare sono previste multe fino a 500 euro.

Una piaga urbanistica che riguarda ormai tutti i luoghi a forte vocazione turistica in Europa nel mondo. Tra le città che hanno vietato le keybox ci sono Venezia, Parigi, diverse località in Francia, ma anche New York ha messo fine a quest’usanza.

 

 

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