Genova. È previsto alle 11.00 l’arrivo in porto della Humanity 1, nave da ricerca e soccorso della Ong Sos Humanity che nei giorni scorsi ha salvato 273 migranti in quattro distinte operazioni di soccorso al largo delle coste libiche. Dopo avere trasferito una parte di loro su un’imbarcazione della guardia costiera italiana sono 199 le persone che hanno dovuto affrontare altri quattro giorni di navigazione verso la Liguria: provengono da Bangladesh, Pakistan, Yemen, Palestina, Siria, Egitto, Etiopia, Eritrea, Ghana, Gambia e Nigeria.
Squadre di medici, infermieri e psicologi di Asl e ospedali dell’area metropolitana genovese sono stati allertati per il sostegno ai migranti. L’attività si svolge in porto a Genova attraverso il coordinamento logistico del 118. Tre team sanitari sono formati da personale di Asl 3, San Martino e Galliera. I minori invece vengono trasportati e seguiti dal Gaslini all’interno dell’ospedale. Dopo il primo intervento della sanità marittima a bordo della nave e l’identificazione ad opera della Questura, la squadra di igiene della Asl 3 effettua il primo intervento. I migranti vengono poi presi in carico dai team di medici e infermieri. Da quanto risulta, la stragrande maggioranza di loro non sarà accolta in strutture della città metropolitana di Genova.
La portavoce Mirka Schäfer aveva duramente criticato la decisione di assegnare alla nave il porto di Genova, con un clima estremamente caldo nel Mediterraneo centrale e persone salite a bordo già disidratate, alcune con segni di violenza fisica: “È spaventoso vedere come la condizione delle persone in mare venga prolungata artificialmente. Il viaggio di oltre quattro giorni verso il porto assegnato di Genova sta ritardando l’assistenza medica e psicologica urgentemente necessaria per queste persone a terra”. La Sos Humanity ha chiesto di “porre fine alla pratica disumana e illegale di assegnare porti lontani, che viola i diritti fondamentali dei sopravvissuti e tiene le navi di soccorso civili lontane dall’area di intervento”.
Lunedì mattina il team di assistenza a bordo della Humanity 1 ha avuto solo poche ore per individuare 68 persone per lo sbarco selettivo verso Lampedusa: “Siamo stati costretti a fare questa selezione senza avere le informazioni necessarie sulle persone salvate”, ha criticato Jörg Schmid, il medico volontario a bordo. “A causa del trattamento d’emergenza di un paziente gravemente malato il giorno prima fino a notte fonda, non abbiamo avuto nemmeno il tempo per un semplice screening medico dei sopravvissuti prima dello sbarco selettivo. È stato quindi impossibile per il nostro team di assistenza fare una selezione eticamente corretta. Non sappiamo quanti parenti e amici possano essere stati separati perché non conoscevamo le loro relazioni familiari. Dopo aver stilato una lista di sbarco per le autorità italiane, decine di persone mi hanno pregato di poter sbarcare con i loro parenti. Avevamo le mani legate dall’ordine e dal limite di 68 persone. Questo è stato estremamente frustrante e ha causato incertezza e paura tra i sopravvissuti, già molto provati”. Altre tre persone erano state evacuate per un’emergenza medica.
Le persone salvate da quattro imbarcazioni si sono trovate in difficoltà in mare mentre fuggivano dalla Libia. Due delle imbarcazioni erano partite insieme dalla Libia. In particolare un gommone aveva già perso aria e alcune persone sono cadute in acqua durante il salvataggio. Tra i naufraghi, c’è chi ha manifestato segni di forte stress psicologico per la paura di morire. Tutti sono stati portati sani e salvi sulla Humanity 1. In tutto sono stati salvati circa 100 minorenni.