Un argento a squadre che mancava dal 1928, un quinto posto nelle parallele asimmetriche, un quarto posto nell’all-around (ritoccando il miglior piazzamento italiano in precedenza appartenente a Vanessa Ferrari, la quale si era classificata ottava), l’oro da sogno conquistato poche ore fa davanti all’astro nascente della ginnastica artistica Rebeca Andrade e il sesto posto nel corpo libero.
È questa la “fotografia” dell’Olimpiade da sogno di Alice D’Amato, atleta genovese che ha riscritto la storia della ginnastica artistica azzurra mettendosi al collo due medaglie iconiche. “Io non ho più parole… cos’hai fatto sorellina mia” e ancora “Papà questo è per te”: la prima ad emozionarsi insieme all’intera nazione per i risultati della sorella gemella è stata Asia D’Amato, estromessa da questa edizione dei Giochi Olimpici a causa di un infortunio al legamento crociato. Commovente la dedica al papà, strappato all’amore delle figlie a causa di una malattia nel 2022.
Alice D’Amato, poliziotta cresciuta nella storica società dell’Andrea Doria, già nelle qualificazioni aveva fatto capire di essere in gran forma, inanellando il record personale, e italiano, di cinque finali olimpiche in una sola edizione: mai nessuna italiana aveva raggiunto la qualificazione per tre finali di specialità ai Giochi Olimpici grazie a un 14.666 alle parallele asimmetriche, un 13.866 alla trave e un 13.700 nel corpo libero.
Intorno all’ora di pranzo, la gioia più grande: la medaglia d’oro di specialità alla trave, prima italiana a raggiungere questo primato. Insieme a lei sul podio la diciassettenne Manila Esposito, la quale ha conquistato la medaglia di bronzo. 112 anni dopo dunque l’Italia è tornata a vincere due medaglie olimpiche nella stessa competizione della ginnastica artistica e, sul grandino più alto del podio, si è issata una genovese: Alice D’Amato ha riscritto la storia dello sport azzurro.