Prima scelta

Regionali, Ilaria Cavo in pole position per il centrodestra ma i giochi non sono ancora fatti

È la favorita per la candidatura a presidente, e non solo secondo i sondaggi. Ma il nodo del Veneto potrebbe riportare in partita Pietro Piciocchi

ilaria cavo

Genova. È Ilaria Cavo la favorita per la corsa alle elezioni regionali nel centrodestra. Lo dicono i sondaggi commissionati dalle forze politiche e lo dicono i rumors a livello regionale. Lei, da quanto si dice, è pronta a partire. Per qualcuno, addirittura, la sua investitura sarebbe già decisa. Ma in realtà l’ufficializzazione non arriverà prima della prossima settimana, quando saranno noti i risultati di un’ulteriore rilevazione per testare il gradimento dei liguri sui diversi profili in campo, per essere sicuri di schierare quello con maggiori possibilità di vittoria.

Ilaria Cavo, deputata 50enne in quota Noi Moderati, giornalista in aspettativa, ex assessora regionale e coordinatrice della Lista Toti, è supportata ovviamente dall’ex governatore ma soprattutto – tra i partiti della coalizione – da Fratelli d’Italia, che la ritiene l’opzione politicamente più forte tra quelle emerse finora. A parlare per lei, del resto, sono i risultati ottenuti alle ultime politiche e regionali, rispettivamente 55mila voti nel collegio uninominale contro Katia Piccardo e oltre 7.500 preferenze personali (record assoluto) nella Lista Toti.

Qualche difficoltà in realtà c’è. La parlamentare è stata lambita dalla maxi inchiesta per corruzione nella parte sul presunto voto di scambio, ma non è mai stata indagata e soprattutto ha chiarito subito la sua posizione. Nonostante questo la sua figura è comunque percepita molto vicina a Giovanni Toti, quindi nessun componente della coalizione vorrebbe intestarsi direttamente la sua candidatura. Perciò, se tra gli arancioni c’è chi spinge perché il suo nome venga portato ai tavoli nazionali da Fratelli d’Italia, nel partito di Giorgia Meloni la strategia è speculare.

D’altra parte Ilaria Cavo, proprio perché svincolata dalla triade di governo, farebbe dormire tutti tranquilli. Perché da un lato avrebbe le carte in regola per giocarsi la vittoria e dall’altro non costringerebbe nessuno a fare mea culpa per un’eventuale sconfitta, mettendo la squadra di Palazzo Chigi al riparo da ulteriori tensioni interne. A meno che non spunti in alternativa il famoso “nome civico”, totalmente esterno alle forze politiche, che a questo punto dovrebbe tirare fuori il sindaco di Imperia Claudio Scajola nel giro di qualche giorno, dopo che molti personaggi illustri hanno gentilmente rifiutato l’offerta.

I giochi, comunque, non sono ancora fatti. Un passaggio importante sarà l’incontro del 30 agosto tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani in cui, oltre alle numerose gatte da pelare per il governo, si parlerà di elezioni regionali in Liguria, Umbria, Emilia-Romagna e Veneto. Ed è proprio sul Veneto che rischia di aprirsi un risiko capace di far vacillare l’investitura di Cavo. Se la Lega cedesse alle pressioni di Fratelli d’Italia sulla regione di Luca Zaia, potrebbe chiedere una contropartita per ristabilire gli equilibri. E a quel punto tornerebbe in auge per la Liguria l’opzione Pietro Piciocchi, sostenuto da Edoardo Rixi come alter ego di Bucci, seppur non così popolare a livello regionale. Inizialmente il favorito era lui, prima che i sondaggi decretassero il sorpasso.

Dal canto suo Forza Italia è l’unica ad aver messo sul tavolo un proprio nome, quello del segretario regionale ed ex sindaco di Rapallo Carlo Bagnasco, che al momento sembra avere qualche chance in meno. In fin dei conti, prima della mossa di Tajani, anche gli azzurri ritenevano Ilaria Cavo la scelta migliore dal punto di vista del consenso e della portata comunicativa. Del resto per Bagnasco junior, figlio del sempreverde Roberto, c’è chi prospetta già un futuro “ereditario” in Parlamento una volta aggiunto il passaggio in Consiglio regionale al suo cursus honorum.

L’impressione è che la chiusura del cerchio sia vicina, anche se non imminente. Dopo il vertice di venerdì seguiranno ulteriori incontri. Martedì prossimo il coordinatore regionale Matteo Rosso vedrà il responsabile dell’organizzazione Giovanni Donzelli. Nel frattempo il leghista Edoardo Rixi sarà tornato dalle vacanze in Canada. Di tempo non ce n’è molto, anche perché appare molto probabile che le elezioni restino fissate al 27-28 ottobre come stabilito dalla Regione senza accorpamenti governativi, il che significa un mese da oggi per completare e consegnare le liste.

Nel frattempo ben altra tensione si registra nel campo progressista. Anche qui i sondaggi incoronano Andrea Orlando come candidato migliore, fino a prevederne la vittoria in un ipotetico duello con Ilaria Cavo. Ma il nodo Italia Viva e la candidatura di Luca Pirondini avanzata dal Movimento 5 Stelle hanno messo tutto in stand-by, con l’ex ministro Pd che ha minacciato di ritirare la propria disponibilità. Tutto è affidato a un prossimo vertice chiarificatore tra Elly Schlein e Giuseppe Conte (impegnato a sua volta nello scontro cruciale con Beppe Grillo), mentre a livello locale si lavora per ricompattare il fronte.

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