Genova. Archiviato il periodo di Ferragosto è tempo di “controesodo” anche per la politica ligure che all’inizio di settembre dovrà farsi trovare pronta coi candidati presidenti delle due coalizioni. Riprenderanno probabilmente la settimana prossima – ma senza particolare solerzia – i colloqui e le manovre per mettere d’accordo centrodestra e campo largo progressista sui nomi giusti per presentarsi al voto e provare a (ri)conquistare il vertice della Regione dopo nove anni di dominio incontrastato di Giovanni Toti.
Nel centrosinistra finora l’unica proposta esplicita è quella relativa all’ex ministro Pd Andrea Orlando, profilo di indubbia caratura nazionale, che da settimane parla già da candidato in pectore e registra (più o meno esplicitamente) un consenso quasi trasversale, pur aspettando ancora l’investitura ufficiale. Il Movimento 5 Stelle, però, vuole dire la sua e nei prossimi giorni avanzerà un altro nome, probabilmente quello del senatore genovese Luca Pirondini, già capogruppo a Tursi, da portare al tavolo nazionale. Difficile dire se sarà una mossa “di bandiera” o se verrà avviata una trattativa vera a livello romano per tentare di spuntarla.
Ma l’impressione è che il vero nodo per il fronte progressista sia piuttosto il perimetro delle alleanze e nello specifico la collocazione di Italia Viva, che il Pd nazionale vorrebbe tenere in squadra nonostante i malumori diffusi da parte di sinistra, M5s e pure molti esponenti dem locali. L’ipotesi più probabile per salvare capra e cavoli è che gli esponenti renziani partecipino a un listone centrista insieme a quelli di Azione, dunque senza simboli specifici. Resta in discussione l’eventualità di uscire dalla maggioranza (e dalla giunta) di Marco Bucci a Genova, condizione che M5s e Avs hanno posto esplicitamente.
Nel centrodestra il più quotato risponde oggi al nome di Pietro Piciocchi, avvocato, vicesindaco, vero braccio destro di Bucci e quindi perfetto interprete del modello Genova che tutti rivendicano a partire dai totiani. Piciocchi avrebbe dato disponibilità totale a correre per la presidenza della Regione, con l’unica condizione di poter tornare a Tursi in caso di sconfitta. In caso di vittoria, invece, il sindaco farebbe fatica a trovare un sostituto del suo livello per la giunta, ma al tempo stesso avrebbe una sponda formidabile in piazza De Ferrari.
In alternativa c’è sempre Ilaria Cavo, carriera da giornalista, coordinatrice della Lista Toti e parlamentare di Noi Moderati, più “politica” di Piciocchi anche sul piano comunicativo e forte di un consenso sul territorio ampiamente dimostrato nelle precedenti tornate elettorali. Così come c’è Carlo Bagnasco, ex sindaco di Rapallo e segretario regionale di Forza Italia, ipotesi non civica ma senz’altro rassicurante per l’elettorato moderato. La Lega ha messo in campo anche le sue pedine – Alessandro e Alessio Piana – ma la partita sembra oggettivamente in salita per loro. Fratelli d’Italia vorrebbe un civico “puro”, ma finora nessuno si è reso disponibile e il periodo ferragostano ha reso ancora più complicati eventuali contatti.
Si attende a questo punto la convocazione del fatidico tavolo coi leader nazionali (compresa la premier Giorgia Meloni) per sciogliere gli ultimi nodi. Appuntamento sicuramente dopo il 20 agosto, probabilmente nell’ultima settimana del mese, con l’obiettivo di chiudere il cerchio a inizio settembre. Lo stesso faranno gli avversari. E a quel punto inizierà la partita vera.