Genova. Qualche ottimista pensava forse che entro Ferragosto sarebbero emersi i due principali contendenti per la Regione Liguria, ma la realtà è che gli annunci sotto l’ombrellone non convengono a nessuno. Certo, non tutta la politica va in vacanza e volendo si può telefonare anche dalla spiaggia, ma per chiudere il cerchio sui candidati alla presidenza bisognerà attendere la fine del mese o forse l’inizio di settembre. Del resto non c’è tutta questa fretta, visto che è sempre più probabile uno slittamento delle elezioni a metà novembre, decisione che spetta al Governo.
Iniziamo dal campo progressista, dove la candidatura in pectore di Andrea Orlando è sul tavolo da settimane ma i nodi da sciogliere sono ancora molteplici. A cominciare dalle alleanze. Se infatti non c’è alcun dubbio che Pd, M5s e Alleanza Verdi Sinistra intendano andare a braccetto, la posizione di Azione e Italia Viva è ancora fonte di tensioni all’interno della coalizione. Entrambe le forze centriste difendono posizioni lontane dall’ala più radicale su ambiente e infrastrutture, tema che pone più di un problema a livello programmatico. Ma non solo: il partito di Carlo Calenda si è fatto promotore di una campagna garantista a Roma, arrivando a proporre un ordine del giorno (approvato dalla maggioranza alla Camera) per l’abolizione delle misure cautelari ai danni degli incensurati, in pratica una mossa pro Toti. Anche Italia Viva ha votato a favore e lo stesso Matteo Renzi si era rifiutato di chiedere le dimissioni di Giovanni Toti per motivi giudiziari. I militanti del suo partito, per giunta, sono organici alla maggioranza di Marco Bucci a Genova.
Insomma, nonostante le percentuali sulla carta modeste, i centristi sono l’elefante nella stanza del campo larghissimo. Il Pd spinge per tenerli dentro attraverso un “listone civico” dei riformisti con l’obiettivo più o meno dichiarato di impedire che quel bacino elettorale, piccolo o grande che sia, possa finire nel calderone del centrodestra, dove ci sono elementi – in particolare Forza Italia – che puntano proprio ad allargare l’alleanza verso sinistra. D’altro canto sinistra e ambientalisti non gradiscono la loro presenza e temono che questa possa finire per annacquare l’agenda politica.
Intanto domani è previsto un incontro, convocato dal Pd, tra i segretari regionali e i consiglieri regionali di tutti i gruppi di opposizione. Non ci saranno Avs (che formalmente non è rappresentata in via Fieschi, ma che dovrebbe assorbire gli eletti della Lista Sansa) e nemmeno Italia Viva. Su Orlando sembrano essere tutti d’accordo – negli scorsi giorni l’ex ministro aveva incontrato brevemente il leader del M5s Giuseppe Conte – ma c’è chi parla di tentennamenti proprio da parte dei Cinque Stelle, in particolare per le resistenze della corrente oltranzista. Le ipotesi di candidature pentastellate alternative, come l’ex eurodeputata Tiziana Beghin o il senatore Luca Pirondini, sembrano piuttosto fantasiose, ma è probabile che nell’intesa sulle regionali rientri anche la partita delle comunali a Genova (previste al momento nel 2027) ed è lì che il Movimento potrebbe avanzare pretese.
Nel centrodestra, dopo la raffica di incontri romani che hanno visto protagonista il redivivo Giovanni Toti, sembra essere in vigore una pausa di mezza estate. Il viceministro Edoardo Rixi, leader della Lega in Liguria, ha usato parole piuttosto eloquenti due giorni fa: “Il nome secondo me c’è già, bisognerà aspettare quando sarà utile tirarlo fuori“. Si attende insomma il “momento giusto” e non può essere altro – come sottolineava il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Matteo Rosso – che il tavolo nazionale coi rispettivi leader, tra cui Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani, che ha sempre l’ultima parola sulle candidature e che dovrà esprimersi non solo sulla Liguria.
Resta da capire se il nome che ha in mente Rixi sia condiviso dalle altre forze politiche e se sia già di dominio pubblico. Si dice che nelle ultime settimane la Lega abbia spinto soprattutto sul vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi, ritenuto un “civico” benché ormai non più di primo pelo, mentre Fratelli d’Italia vedrebbe di buon occhio Ilaria Cavo, parlamentare di Noi Moderati e coordinatrice della Lista Toti. Ma non si può escludere che nei prossimi giorni spuntino altri nomi della società civile, magari tenuti fin qui in serbo per evitare di bruciarli, come si dice in gergo.
Sullo sfondo c’è sempre l’ipotesi di un candidato politico e in questo senso a fare un primo passo convinto è stato Antonio Tajani, leader di Forza Italia, che ha segnalato senza giri di parole il proprio segretario ligure Carlo Bagnasco, pienamente disponibile a correre. La Lega ha risposto per le rime offrendo Alessio e Alessandro Piana, una replica dal sapore di boutade per riportare la discussione nei ranghi e sollecitare la scelta di un profilo “nuovo”, al di fuori dei partiti, ipotesi che in fin dei conti non dispiacerebbe a nessuno. Nemmeno ai seguaci di Toti, che vogliono essere della partita anche senza il loro leader.
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