Genova. Le Officine Sampierdarenesi, uno dei soggetti che con più forza e da anni si batte contro il progetto di trasferimento dei depositi chimici da Multedo a Ponte Somalia, tornano a ribadire la loro contrarietà al piano di dislocamento anche alla luce delle circostanze emerse dalle carte e intercettazioni della maxi inchiesta sulla corruzione tra politica ligure e porto.
Le ultime notizie hanno riportato stralci di conversazioni da cui si capisce come il sindaco di Genova, Marco Bucci, fosse convinto di ricorrere al consiglio di stato contro la sentenza del tar oppositiva al progetto e come in generale fosse interessato a concludere l’operazione. Barbara Barroero, presidente delle Officine Sampierdarenesi, ha scritto una lettera aperta per ricordare alcuni aspetti della battaglia.
“A distanza di quasi tre anni dall’inizio dell’iter riguardante Ponte Somalia, e per l’ennesima volta, riteniamo opportuno ribadire che il sindaco non ha alcun potere o competenza sulle concessioni portuali, per cui, anche se lo volesse, non rientra comunque tra le sue prerogative quella di presentare ricorso al consiglio di stato su materie di competenza esclusiva dell’authority”, scrive nella lettera.
“L’operazione di trasferimento dei depositi costieri è stata portata avanti con incredibile ostinazione, il cui modus operandi oggi è al vaglio della magistratura – aggiunge – infatti, come più volte ci siamo domandati, e anche sulla base di queste domande abbiamo depositato presso la Procura della Repubblica un esposto lo scorso febbraio, perché tanta ostinazione? Perché cosi tanta ostinazione da portare il comitato tecnico regionale a votare un nulla osta di fattibilità fallato dalla carenza di sicurezza del progetto stesso?”
“Di questa carenza è stato dato riscontro per ben due volte dal gruppo di lavoro del Ctr stesso e rilevata anche dalla Capitaneria di Porto all’interno di un parere vincolante facente parte del fascicolo del Ctr – sottolineano dalle Officine Sampierdarenesi – tuttavia nonostante il pronunciamento assolutamente contrario degli analisti di rischio al rilascio del nulla osta di fattibilità al progetto, con una serie di capriole degne di una medaglia d’oro olimpica, il nulla osta è stato rilasciato ancorché privo delle garanzie di sicurezza richieste dalla normativa sugli impianti a rischio incidente rilevante”.
“Per cui, ancora oggi ci domandiamo: quale è l’interesse sovraordinato per il quale è stata barattata la sicurezza dei cittadini e dei lavoratori portuali? Non sarebbe forse auspicabile che l’authority si facesse carico di stoppare l’iter concessorio su Ponte Somalia, non essendovi garanzie sufficienti alla sicurezza del progetto stesso?”, conclude l’associazione.