Genova. “Stupiscono ancora una volta le notizie secondo le quali le indagini nel procedimento a carico di Giovanni Toti, per cui è stato disposto il giudizio immediato, dovranno essere integrate con l’audizione del sindaco di Genova”.
Lo scrive in una nota l’avvocato Stefano Savi, difensore dell’ex presidente della Regione Liguria, commentando l’ipotesi che la Procura possa sentire il primo cittadino Marco Bucci come persona informata dei fatti. Il sindaco è un nome ricorrente nelle intercettazioni in mano alla procura, al centro di diversi numerosi colloqui con Aldo Spinelli e l’ex presidente del porto, Paolo Emilio Signorini, e non è mai stato ascoltato dal pool di pm che dal 7 maggio gestisce la maxi inchiesta sulla presunta corruzione in Liguria.
“A distanza di anni dai fatti, in relazione a circostanze già oggetto di approfondimenti ed al termine di una indagine serrata – prosegue Savi – la pur legittima scelta di procedere all’attività sopra indicata, a udienza dibattimentale già fissata, suscita perplessità”. Ricordiamo che la prima udienza del processo, per Toti, Spinelli e Signorini, è fissata al 5 novembre. La procura aveva chiesto e ottenuto per tutti e tre il giudizio immediato a inizio agosto.
“La ragione dello stupore – continua l’avvocato di Toti – risiede nel fatto che ciò avverrebbe, a indagini chiuse, solo per evitare che in caso di escussione in sede dibattimentale del sindaco, ‘le sue dichiarazioni verrebbero cristallizzate e non potrebbero discostarsi se fosse poi chiamato da Toti’. Ciò esprime una lettura distorta e non garantista del processo penale attribuendo, del tutto impropriamente, a una sommaria informazione testimoniale davanti agli inquirenti un valore superiore a quello che potrebbe avere l’escussione in sede dibattimentale e rivela un forte pregiudizio nei confronti della difesa e, più in generale, dei soggetti coinvolti nel processo”.
“La prova si forma nel dibattimento davanti a un giudice, nel contraddittorio tra le parti, ‘prima’ e al di fuori di questo non si cristallizza nessuna verità processuale – conclude Savi – Nella certezza che si tratti di indiscrezioni le cui motivazioni, come riferite, siano prive di fondamento, e che il processo si celebrerà nel rispetto della norma costituzionale, del diritto di difesa e della dignità degli imputati, continuiamo a credere che il processo è il dibattimento, ben diverso dalla fase delle indagini, e che il ruolo fondamentale svolto dalla libera stampa non debba lasciar spazio a forme pregiudiziali in danno della dignità delle persone sottoposte a giudizio e del giudizio stesso”.
Le difese potrebbero intanto chiedere uno slittamento del processo lamentando l’impossibilità di accedere a tutte le intercettazioni audio, non solo quelli depositati ma anche quelli che la procura non ha ritenuti utili. Savi aveva anticipato che la difesa avrebbe riascoltato tutti gli audio per capire se tra quelli esclusi ve ne siano alcuni importanti, ma a oggi il materiale non è ancora stato messo a disposizione.