La protesta

Cannabis light vietata, Luca Bizzarri: “Mi autodenuncerò. Siamo governati da dei cialtroni”

Il comico e attore genovese annuncia: "Sono uno spacciatore, andrò in giro a regalarla alla gente"

bizzarri cannabis light

Genova. Un video messaggio in cui annuncia che si autodenuncierà una volta che la legge sarà in vigore. Questo è il sunto del video messaggio che Luca Bizzarri ha affidato a Instagram per denunciare la scelta del governo di vietare la vendita (e quindi la produzione) di cannabis light, vale a dire l’inflorescenza della canapa priva di principi psicotropi in quantità tali da essere considerata drogante, legale fino ad oggi.

Il messaggio del comico, attore e autore genovese è, nello stile del personaggio, duro e al contempo sarcastico: “Ora andrò in strada per far entrare le persone nel mondo della droga”, scherza amaramente Bizzarri che poi prosegue: “C’è chi specula sull’ignoranza della gente rovinando migliaia di persone che hanno investito in un mercato che prima era legale e poi non era più legale. E’ colpa di quei quattro cialtroni che ci governano e di quei quattro cialtroni che ci governavano prima e che non hanno mai chiarito questa situazione”.

Sul tema, oltre all’intervento del comico genovese, già in questi giorni si erano espressi i principali esponenti del mondo agricolo ligure, dalla Cia a Coldiretti, che avevano parlato di una “mazzata” da milioni di euro che rischia di mandare a gambe all’aria centinaia di aziende agricole in tutto il paese.

 

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“Una scelta ideologica che mette a rischio decine di aziende agricole liguri e i loro lavoratori – aveva commentato a Genova24 Stefano Rogerone, presidente Cia Liguria – una scelta che peraltro arriva proprio nella stagione del raccolto, bruciando gli investimenti di un anno“. Un danno che tocca duro anche la nostra regione dove, soprattutto nel ponente: “In questi anni molte aziende florovivaistiche avevano investito in questo settore, ottenendo una diversificazione produttiva fondamentale per sopravvivere in questi anni difficili – spiega Rogerone – sono stati fatti investimenti corposi per rispettare le già strettissime regole per questa produzione, sono state assunte persone. Oggi tutto va in pezzi, e non per una scelta scientifica, ma esclusivamente politica“.

 

 

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