Mano tesa

Dalla Valpolcevera solidarietà al Buridda: “Ci hanno aiutato dopo il crollo del ponte Morandi”

Comitati e associazioni ricordano gli atti concreti di solidarietà per i quartieri colpiti: "Speriamo possano ritrovare presto una casa"

Sgombero Buridda, presidio di protesta a De Ferrari

Genova. “Sono passati sei anni dal crollo del ponte Morandi e oggi dai nostri quartieri, i medesimi quartieri lì per lì diventati passerelle elettorali, ma subito dopo riposti nel dimenticatoio dalle istituzioni cittadine, vogliamo esprimere solidarietà ai ragazzi e alle ragazze del laboratorio sociale Buridda, che, immediatamente dopo il crollo del ponte, si sono attivati con atti concreti di solidarietà per i quartieri colpiti”.

È quanto scrivono in una nota le realtà del territorio Chico Mendes Sampierdarena, Agenzia dei Diritti Sampierdarena, Anpi San Martino Campasso, APS Perugina A.Pongoli, comitato liberi cittadini di Certosa, il banco di Fede (mercato Certosa), Music for Peace e La parte che c’è.

“Dapprima – ricordano – hanno organizzato un gruppo di acquisto solidale per portare sollievo ai commercianti del mercato di Certosa e costruendo così un vero e proprio ponte tra il centro e la periferia, proprio quando quel ponte, crollando, era diventato un muro invalicabile; in seguito, hanno organizzato eventi e raccolte sul territorio, territorio che anche grazie a loro e alle altre realtà associative ha avuto modo di restare vivo e vissuto”.

“La presenza del Buridda – continuano comitati e associazioni – non è venuta meno neanche nel periodo della pandemia, che nei territori come questi alle prese con i disagi generati dal crollo del ponte si è sentita ancora più forte; insieme a loro è nata la rete La parte che c’è, nome che rievoca quella parte di ponte che ormai manca nel panorama del quartiere e che simboleggia il patto tra le persone e le istituzioni venuto a mancare proprio quel 14 agosto, ma che è anche promessa di quella componente associativa e di territorio che vuole esserci e vuole lavorare per mantenere la vita di persone e luoghi degna di essere vissuta a prescindere dal luogo in cui nasce e dal quartiere in cui vive. La parte che c’è voleva e vuole ricostruire un tessuto sociale là dove le istituzioni collaborano a smantellarlo, provando a portare aiuto, attraverso il mutualismo, a chi più ne aveva e ne ha bisogno.

“Dalle periferie della Genova Meravigliosa, tanto decantata da chi ci amministra, ancora una volta solidarietà al Buridda con l’auspicio che possano ritrovare presto una casa”, conclude la nota.

Il centro sociale, che dal 2014 occupava gli spazi abbandonati dell’ex Magistero in corso Monte Grappa, è stato sgomberato lo scorso 30 luglio. Nei prossimi giorni proseguiranno le iniziative organizzate dagli attivisti, che hanno promesso una lunga estate di movimento e battaglie per arrivare ad un “autunno caldo” che culminerà in una grande manifestazione nazionale a Genova.

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