Genova. Non tutti i finanziamenti ottenuti dalle liste di Giovanni Toti risultano registrati, “tracciati”, come lui ha sempre sostenuto nella sua difesa. Lo rileva il tribunale del Riesame, con un inciso nel provvedimento in cui rigetta la richiesta di revoca degli arresti domiciliari del presidente della Regione Liguria.
Il giudice estensore dell’ordinanza Massimo Cusatti sottolineando come le “dazioni” ovvero i finanziamenti ottenuti da Toti attraverso “l’accordo corruttivo” non sono “regolarmente registrate nella loro totalità”. Ad essere tracciati e registrati come noto sono i finanziamenti di Aldo Spinelli al comitato Toti, tutti conseguenti – secondo l’accusa – all’interessamento del presidente delle Regione alle pratiche portuali di Sciò Aldo. A non essere invece registrati sono i soldi usati per finanziare la campagna elettorale delle liste di Toti nelle amministrative del 2022 e anche nelle politiche di quello stesso autunno attraverso il maxischermo di Terrazza Colombo. E anche se non c’è uno scambio di mazzette e valigie piene di soldi ad avviso degli investigatori e dei giudici, per configuare la corruzione poco importa.
I finanziamenti non registrati da parte di Esselunga
Attraverso Francesco Moncada Esselunga avrebbe finanziato in modo illecito il partito di Toti e le sue liste in cambio di favori. Il gruppo ha per statuto il divieto di finanziare partiti politici ed è per questo che quello che ne era il legale rappresentante aveva trovato il modo – in cambio di facilitazioni alle pratiche per la realizzazione del nuovo supermercato di Sestri Ponente – di pagare la campagna elettorale del governatore alle elezioni comunali del 2022 e anche (questo elemento è emerso solo con la recente informativa della guardia di finanza) alle successive elezioni politiche. Dall’informativa della guardia di finanza è emerso che in relazione ai quattro contratti stipulati dal Comitato Toti riferibili alla campagna elettorale per le elezioni amministrative di Genova del giugno 2022, a fronte di 500 passaggi previsti (il contratto era complessivamente da 5mila euro più iva) ne sono stati rilevati 6.060; mentre, in relazione al contratto successivo in vista delle politiche del 25 settembre dello stesso anno, a fronte di 30 passaggi previsti ne sono stati rilevati 412.
In base ai server analizzati a questi passaggi se ne aggiungono altri, apparentemente non previsti da nessuno contratto, ma sempre collegati alle politiche, in quanto proiettati il il 16, 17 e 18 settembre 2022 per un totale di 709 e altri, (si tratta in quest’ultimo caso di “messaggi di ringraziamento” post elettorali per un totale di 507. Il beneficio economico, per gli inquirenti, sarebbe di 55.600 euro per le elezioni comunali e di 23.970 per le politiche.
Per gli investigatori i passaggi in più sarebbero stati pagati da Esselunga che aveva stipulato un contratto ulteriore da 50mila euro con l’editore di Primocanale Maurizio Rossi. Il patto viene siglato a telefoni spenti il 17 marzo 2022 negli uffici di Matteo Cozzani e poi comunicato da quest’ultimo e da Maurizio Rossi direttamente a Toti.
“Da Toti nessun interesse per la cosa pubblica”
Il Riesame comunque (che non era chiamato a entrare nel merito dei gravi indizi di reato ma solo sulle esigenze cautelari) non si sofferma a lungo sulla vicendeaEsselunga ma si concentra soprattutto sull’interrogatorio di Toti che mostra secondo i giudici come il governatore consideri lecito il suo comportamento, che viene stigmatizzato dal tribunale in modo netto.
“Toti – scrive il presidente del Riesame Cusatti – ha rivendicato la propria costante dedizione all’interesse pubblico ritagliandosi un ruolo di ‘mediatore’” per evitare i conflitti tra gli imprenditori del porto ma “in nessuna delle conversazioni intercettate, compare anche solo un cenno di sfuggita all’una o all’altro nel mentre intrattiene rapporti con gli Spinelli e con Moncada”. E a titolo di esempio il Riesame cita la vicenda del Rinfuse dove Toti non ha riservato “un minimo cenno ad Aponte quale soggetto delle cui pretese avrebbe dovuto tenere conto nel tentativo di mediare ai fini del migliore perseguimento dell’interesse dell’intero Porto di Genova”. Ma su questo nelle intercettazioni c’è “un desolante silenzio” mentre nelle intercettazioni si registra “solo la secca alternanza fra solleciti di finanziamenti rivolti da Toti a Spinelli e le istanze di quest’ultimo intese a soddisfare i propri interessi personali”.
E ancora “con Spinelli e con Moncada Toti si è mosso non come un pubblico amministratore ma quasi come ‘amministratore di una società privata che concordi con taluni azionisti di riferimento le linee strategiche della propria azione gestionale”.
Toti potrebbe commettere anche “altri tipi di reati”
Nel ribadire la sussistenza del “concreto e attuale” pericolo che Toti commetta altri reati, visto che è convinto di aver agito legittimamente, il Tribunale del Riasame ipotizza anche altri possibili reati “di analoga indole” che il governatore potrebbe commettere “anche a prescindere dall’imminente svolgimento di consultazioni elettorali di sorta”. Potrebbe: ad esempio adoperarsi “per favorire un proprio grande elettore che partecipi a una gara ad evidenza pubblica per I’aggiudicazione di un appalto per opere pubbliche, il che integrerebbe una condotta di turbativa d’asta – scrive – e dicendo ancora di aver fatto le cose in “buona fede dalla quale ha candidamente ammesso di essere stato sostenuto quando ha ripetutamente accettato da Spinelli, e da Moncada in un’occasione, I’erogazione di finanziamenti destinati alla sua attività politica”.
E, ricorda il Riesame riprendendo quanto aveva scritto la gip Paola Faggioni, le indagini non sono finite e “sono ancora in corso approfondimenti investigativi su alcune vicende corruttive”.
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