Fibrillazione

Toti, giorni decisivi per il nodo dimissioni: il 26 luglio vertice di maggioranza con Piana

Venerdì incontro tra il presidente ad interim e i leader regionali del centrodestra "per garantire la continuità", attesa per il colloquio Toti-Salvini ad Ameglia

giovanni toti

Genova. La sensazione è che i prossimi saranno giorni davvero decisivi per il futuro della giunta Toti. Una buona parte si deciderà probabilmente durante l’incontro tra il leader della Lega Matteo Salvini e il presidente agli arresti domiciliari, rimandato a causa della nuova ordinanza di custodia cautelare che ha fatto slittare i colloqui già programmati. Ma in calendario c’è già un’altra data cerchiata di rosso: venerdì 26 luglio, quando si terrà un nuovo vertice di maggioranza tra i segretari regionali del centrodestra e il presidente ad interim Alessandro Piana.

La comunicazione arriva domenica mattina con una nota stringata in cui si annuncia che “alla luce dei recenti sviluppi che hanno coinvolto il presidente Giovanni Toti, saranno analizzate le implicazioni politiche e amministrative per garantire la continuità e l’efficienza nella gestione della regione”. All’incontro parteciperanno appunto il reggente Alessandro Piana, il coordinatore di Fratelli d’Italia Matteo Rosso, il segretario della Lega Edoardo Rixi, il coordinatore di Forza Italia Carlo Bagnasco e il segretario dell’Udc Umberto Calcagno.

Ufficialmente, quindi, si parla di “continuità” e non si sfiora nemmeno la parola “dimissioni”. Ma il concetto che Toti ha affidato mercoledì scorso al suo fidato assessore Giacomo Giampedrone – ribadito oggi da Marco Scajola in un’intervista sul Secolo XIX – è chiarissimo: “Se cambia la linea politica concordata a inizio mandato, sono pronto a lasciare“.

Ed è evidente che il principale casus belli sia la vicenda del trasferimento del rigassificatore a Savona-Vado, la cui gestione commissariale è rimasta vacante dopo l’arresto del governatore. La fuga in avanti di Piana, che ha ipotizzato di fermare l’iter sull’onda del malcontento dei territori, ha segnato una vistosa frattura rispetto all’impostazione data da Toti. Del resto le avvisaglie erano già arrivate in tempi sospetti col terremoto Vaccarezza. E oggi la questione rischia di dare il colpo di grazia alla giunta.

Se il banco dovesse realmente saltare nei prossimi giorni, il centrodestra dovrebbe affrontare le elezioni nel giro di pochi mesi, probabilmente a ottobre. Un’eventualità che mette in fibrillazione l’attuale maggioranza. Negli ultimi giorni è tornata attuale l’ipotesi di una candidatura di Edoardo Rixi, sulla quale però lui stesso dovrebbe cambiare idea rispetto allo smarcamento dichiarato nei primi giorni della bufera giudiziaria. L’alternativa più immediata – sostengono in tanti nell’ambiente – sarebbe Ilaria Cavo, deputata e coordinatrice del movimento di Toti in Liguria. Una figura al di fuori dei partiti, con un consenso molto forte sul territorio genovese, che tuttavia rischia di essere percepita troppo vicina al presidente arrestato e perciò dannosa nell’ottica di “ripulirsi la faccia”. Probabile che se ne parli venerdì prossimo, benché l’argomento non sia formalmente all’ordine del giorno.

Non è ancora stata fissata una data invece per l’incontro con Salvini, già autorizzato dalla gip Paola Faggioni, che si terrà ad Ameglia. Toti deve vedere ancora il suo assessore Marco Scajola (era previsto in origine sabato) e ha ottenuto di incontrare proprio Ilaria Cavo oltre a Maurizio Lupi e Giuseppe Bicchielli, tutti esponenti parlamentari di Noi Moderati. Altri appuntamenti di natura politica potrebbero essere decisi nei prossimi giorni.

Intanto l’opposizione, radunata giovedì a De Ferrari coi suoi leader nazionali per spingere su dimissioni ed elezioni anticipate, butta benzina sul fuoco. Dal Savonese il vicecapogruppo del Pd in Regione Roberto Arboscello sfida la giunta sul rigassificatore: “Da quando Toti è ai domiciliari, abbiamo assistito, da parte della maggioranza, a un balletto di dichiarazioni e pareri contrari sul trasferimento di Golar Tundra che ora vanno trasformate in azioni concrete. Anche se Toti prova a voler dettare la linea da Ameglia e cerca di imporre ai suoi una decisione che, è ormai sempre più chiaro, essere per il suo interesse politico, è giunto il momento di prendere una posizione netta e chiara e che quanto affermato da Piana, Vaccarezza e Mai sia confermato in aula”.

Per questo i dem hanno presentato “un ordine del giorno in cui chiediamo alla maggioranza di dare seguito alle parole e impegnarsi a bloccare l’iter del trasferimento. Diversamente, saremmo di fronte alla conferma che quella del centrodestra, che prova a tradire Toti, era ed è solo una mossa elettorale non supportata da un reale impegno a cambiare la situazione. Le dichiarazioni basate sulla ricerca del consenso valgono poco, ora serve l’impegno compatto della maggioranza, nelle sedi istituzionali, a fermare il progetto. Toti, invece, smetta di dettare la linea e pensi invece alle dimissioni e ridare ai cittadini liguri la possibilità di scegliere per il loro futuro”.

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