Genova. Canzoni di De André intonate in aula rossa, ukulele e dizionari che spuntano dal nulla, toni sopra le righe e lavori sospesi: la bagarre scoppiata per alcuni minuti oggi in consiglio comunale a Genova è solo un antipasto della polemica che andrà in scena nei prossimi giorni.
Il tema? L’approvazione da parte della giunta Bucci del nuovo regolamento per gli artisti di strada.
La seduta è stata interrotta dal presidente del consiglio Carmelo Cassibba dopo che alcuni artisti di strada, presenti tra il pubblico, hanno esposto cartelli con le scritte “dalla parte dell’arte” e “per chi state lavorando”.
Hanno poi intonato alcune note di Creuza de mä, di Fabrizio De André, fino a quando è intervenuta la polizia locale che ha accompagnato gli artisti all’esterno. La questione del nuovo regolamento, che sarà affrontata domani in una commissione consiliare convocata con poche ore di anticipo, è delicata.
La minoranza ha accusato la giunta e l’assessora Bordilli di non avere condiviso il percorso della redazione del regolamento con gli unici soggetti che ne avrebbero avuto diritto, gli artisti stessi.
“Questa è una democratura”, ha attaccato la consigliera rossoverde Francesca Ghio coniando il neologismo nato dalla crasi tra “democrazia” e “dittatura”, che sul tema ha presentato anche un’interrogazione a risposta immediata, e che per protesta ha consegnato alla maggioranza un ukulele e un dizionario al presidente del consiglio (che l’ha più volte invitata a moderare il linguaggio).
Tra le critiche avanzate dal centrosinistra al nuovo regolamento il fatto che limiterà di molto l’attività degli artisti di strada in città vietando la musica amplificata a meno di 5 metri dagli edifici o sotto i portici. “Ci saranno deroghe” ha affermato l’assessora alle Tradizione e centri storici Paola Bordilli.