Chi si offre?

Regionali, cercasi un candidato per il centrodestra: ecco tutti quelli che hanno già detto no

L'eredità di Toti non ha molti pretendenti: anche Bonsignore e Delfino chiudono le porte alla coalizione. Dai Comuni le suggestioni Peracchini e Piciocchi

Generico luglio 2024

Genova. AAA, candidato cercasi. Il centrodestra orfano di Giovanni Toti si prepara alle elezioni anticipate ma non ha ancora un nome da schierare alle elezioni che dovranno tenersi nel giro di tre mesi o poco più. E se da un lato iniziano a rincorrersi le indiscrezioni più disparate, dall’altro è già nutrito il gruppo di coloro che hanno detto chiaramente no, sia civici sia politici in senso stretto. Segno – al netto di eventuali rifiuti “strategici” di facciata – che il palazzo di piazza De Ferrari non è poi così ambito, sia per la vicenda giudiziaria che l’ha travolto sia perché stavolta la partita si preannuncia molto dura.

Lo smarcamento più pesante – tutt’altro che una sorpresa, a dire il vero – è stato quello di Edoardo Rixi. Il viceministro della Lega, già vicino alla candidatura nel 2015 quando gli fu preferito proprio Giovanni Toti, all’epoca delfino di Berlusconi, ha detto subito che non è disposto a fare la “toppa” e che preferisce aiutare la Liguria dal suo ufficio di Roma. In tanti hanno provato a tirarlo per la giacchetta ancora prima delle dimissioni, ma lui non ha cambiato idea e non sembra disposto a farlo nei prossimi giorni, anche se il presidente ad interim Alessandro Piana lo ha invitato a ripensarci.

A fugare i dubbi però è direttamente Matteo Salvini: “Rixi è bravissimo, però ha già detto che vuole continuare a fare il viceministro dei trasporti, per cui io non posso forzare nessuno“, ha detto il leader della Lega a margine dell’inaugurazione della nuova sede della guardia costiera a Desenzano del Garda. “Al di là del nome e del cognome l’importante è continuare a voler sviluppare il lavoro, il futuro, il turismo e la bellezza della ragione Liguria come si è fatto in questi nove anni, poi il candidato può essere civico, può essere” un politico.

Un altro leader regionale di partito che si è chiamato fuori dai giochi è Matteo Rosso, riferimento ligure di Fratelli d’Italia: “Non mi candiderò mai, l’ho già detto anche a Giorgia“, giurava pochi giorni fa, prima che si dimettesse Toti. E oggi, nonostante alcuni continuino a tirarlo in ballo come nome sul tavolo della coalizione, magari spinto proprio dalla premier Meloni, conferma il medesimo pensiero: “Ho sempre e solo una parola. Quando si viene eletti in un’istituzione non la si cambia a seconda dei momenti e dei propri comodi”.

Ora nel centrodestra dicono tutti che serve un candidato civico. E così ecco riproporsi i nomi già vagliati a maggio, quando sembrava probabile che Toti facesse un passo indietro. Alessandro Bonsignore, presidente dell’Ordine dei medici di Genova e coordinatore del Centro regionale trapianti, ha chiuso la faccenda con un comunicato: “Sono onorato e lusingato che la politica abbia pensato al sottoscritto come possibile futuro presidente della Regione Liguria. Allo stesso tempo, mi sento in dovere di ringraziare di cuore tutti gli amici, i cittadini ed i colleghi che in queste ore mi hanno manifestato affetto e stima, invitandomi chi a candidarmi, chi a proseguire nell’azione ordinistica. Dopo adeguata riflessione, condivisa ovviamente con la mia famiglia, che è il bene più prezioso, tra le due opzioni ha prevalso la seconda“. Tra le motivazioni, la volontà di dare un contributo alla sanità in un momento delicato e di proseguire “l’attività imparziale e autonoma” nell’Ordine, oltre al ruolo nel Centro regionale trapianti e all’insegnamento universitario.

Un altro profilo effettivamente sondato dal centrodestra è stato quello di Federico Delfino, rettore dell’Università di Genova (in scadenza nel 2026) ed ex consigliere comunale di Savona in quota Forza Italia. Il diretto interessato aveva smentito già due mesi fa e oggi conferma che “la partita non è mai iniziata” perché lui non ha mai avuto nessuna intenzione di candidarsi. Altra carta scartata dal mazzo.

C’è pure chi ha pensato a Claudio Scajola, ex ministro, oggi sindaco di Imperia senza partito. Ma in un’intervista al Corriere della Sera è arrivato il chiarimento: “Conosco bene il territorio, ma non credo, per diversi motivi, di poter essere il miglior candidato. Ho ancora tanto da fare come sindaco della città più bella del mondo”.

Non ha chiuso le porte invece Carlo Bagnasco, coordinatore regionale di Forza Italia: anche lui spinge per un civico, ma si dichiara a disposizione qualora arrivassero ordini di scuderia da Tajani. Neppure Ilaria Cavo, deputata di Noi Moderati e coordinatrice della Lista Toti, ha mai smentito una sua possibile candidatura. In queste ore – oltre ai sempreverdi assessori totiani Giacomo Giampedrone e Marco Scajola – sono circolati i nomi di altri due “civici con esperienza politica”: il sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini (che però è stato rieletto al secondo mandato solo due anni fa) e il vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi (che molti tuttavia indicano come erede di Bucci).

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