Il processo

Ponte Morandi, nuova memoria dei pm con la consulenza chimica: “La corrosione non è stata endogena”

Il dibattimento riparte l’11 settembre dopo la pausa estiva con l’incognita di un possibile supplemento di perizia chiesto dal collegio

ponte morandi, corrosione endogena

Genova. Una nuova memoria con allegata una consulenza tecnica di natura chimica per smentire la possibilità che la corrosione della cavità della cima dello strallo della pila 9 del ponte Morandi fosse si sia corrosa dall’interno. E’ la risposta dei pm ai consulenti degli imputati Aspi e Spea che nel corso delle ultime udienze hanno sostenuto la tesi secondo la quale il crollo sarebbe stato causato da un’umidità interna (endogena appunto) alla cavità che si era formata per un difetto di costruzione, un difetto che secondo il consulenti degli imputati non avrebbero mai potuto scoprire.

La tesi dell’accusa è invece che il degrado fosse generalizzato e i pm Walter Cotugno e Marco Airoldi lo hanno mostrato in aula anche ieri a uno dei consulenti della controparte facendo vedere le immagini e il grado di corrosione molto elevato anche dei cavi esterni della stessa pila. 

La memoria è stata depositata in quella che è l’ultima udienza del maxi processo per il crollo prima della pausa estiva. Il processo riprenderà  l’11 settembre e le prime due settimane saranno ancora dedicate a concludere i controesami dei consulenti di Aspi e Spea nominati dagli imputati.

Dal 23 settembre invece invece gli imputati che ancora vorranno rilasciare dichiarazioni spontanee potranno farlo.

Nel frattempo entro il 18 settembre il collegio dovrà decidere se assegnare o meno un supplemento di perizia per consentire a Massimo Losa, Giampaolo Rosati, Enzo Valentini e Stefano Tubaro di analizzare e replicare alle conclusioni contenute nelle memorie e nelle audizioni dei consulenti degli imputati. Ai periti potrebbe essere chiesto di rispondere oralmente oppure appunto, di effettuare ulteriori accertamenti, depositare una perizia e poi essere comunque esaminati dai pm, dai difensori degli imputati e dal collegio.

L’eventuale supplemento di perizia porterebbe inevitabilmente a un ulteriore allungamento dei tempi del processo ma oggi le parti civili presenti, tra cui la portavoce del comitato parenti vittime del ponte Morandi Egle Possetti e il difensore Raffaele Caruso, si sono detti sereni e fiduciosi circa le eventuali decisioni che prenderà il collegio.  

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