Il commento

Elezioni anticipate, la base del centrosinistra ribolle. Passeri: “Fare presto con il nome senza imposizioni dall’alto”

Il consigliere municipale sferza i partiti del campo largo: "Non commettere gli errori del passato, queste elezioni sono ancora da vincere"

mariano passeri elezioni

Genova. Con l’ufficializzazione delle dimissioni da parte di Giovanni Toti, agli arresti domiciliari dallo scorso 7 maggio a seguito dell’inchiesta sulla corruzione della procura di Genova, è ufficialmente scattata la corsa elettorale per la “conquista” di Regione Liguria. E se i vertici dei partiti, sia nel centrodestra che nel centrosinistra, di fatto, sono ancora lontani da una intesa interna alla rispettiva coalizione che chiarisca quali saranno i nomi dei contendenti, le basi dei partiti iniziano a ribollire, richiamando l’attenzione su tutto quello che accade fuori dalle segreterie.

Tra questi, attivissimo in queste ore Mariano Passeri, consigliere municipale del Municipio Centro Ovest, eletto con Sinistra Italiana ma che dal partito si è poi allontanato proprio in aspro contrasto con la segreteria romana che aveva commissariato la sezione genovese. “Sono preoccupato, non posso negarlo – commenta a Genova24 – queste sono elezioni che il centrosinistra si deve davvero impegnare per perdere, ma può farlo. Può mancare questo appuntamento. E questo disastro potrebbe davvero succedere se si ripresenteranno le solite dinamiche che abbiamo visto nelle ultime elezioni di Comune e Regione, quando per trovare un candidato si è perso tempo, arrivando a imporre dall’alto dei candidati che di fatto non soddisfacevano nessuno”.

Un timore, quello di Passeri, che serpeggia non troppo celatamente nella base popolare dei partiti che oggi compongono quello che viene definito “campo largo”: “In queste settimane ho avuto modo di confrontarmi con tante persone che mi hanno confidato la propria preoccupazione per questa prossima ma ora attuale campagna elettorale – spiega – Le persone hanno bisogno di essere e sentirsi parte attiva, con la condivisione di tutti i passaggi. La paura è quella di ripetere i “percorsi” fatti in questi anni, con innumerevoli incontri utili soltanto a ingarbugliarsi in posizionamenti e in equilibrismi. Non si deve cadere nello stesso errore, bisogna definire immediatamente il nome per far si che possa diventare credibile alle persone“.

La paura è che ancora una volta a decidere siano gli interessi delle segreterie, che localmente indebolite (o intimorite) aspettano cenni da Roma: “Il centrosinitra ha una grande occasione che deve essere vista come una responsabilità: far cambiare destino alla nostra regione, iniziando a invertire la rotta imposta da un centrodestra che ha foraggiato gli interessi privatistici, svendendo al miglior offerente – peraltro non sempre il migliore – tutto quello che si poteva svendere. Lasciando ai liguri e ai genovesi ingiustizia, discriminazione, una sanità allo sbando, ambiente precario. Orbene, questa responsabilità deve essere una monito per cambiare l’approccio avuto negli ultimi appuntamenti elettorali”.

In queste ore Andrea Orlando, da tempo indicato (ma mai ufficializzato) come il nome del centrosinistra per la corsa a De Ferrari, si è messo a disposizione, chiedendo però agli alleati di fare i nomi di eventuali candidati per arrivare ad una sintesi. Una passaggio necessario ma che ancora una volta rischia di buttare la palla in tribuna. “Se dovessi scegliere un candidato, se non ci fosse quel big capace di unire tutti, io sceglierei Gianni Pastorino – conclude Mariano Passeri – è un politico esperto, che ha dimostrato di essere capace ad ottenere risultati conoscendo perfettamente la realtà delle nostre quattro province. Sulla sanità è preparatissimo e dal punto di vista politico può mettere d’accordo tutti i partiti di questo campo, largo o stretto che sia. Credo che ai liguri serva poter sostenere persone di cui si sanno le loro capacità e i loro principi. Basta nomi calati dall’alto. La corsa è già partita. La politica, soprattutto a sinistra deve ritornare ad occuparsi dei bisogni delle persone, con qualche necessaria rinuncia, per il bene della collettività“.

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