Genova. È un giorno decisivo per il presidente della Regione Liguria. Il tribunale del Riesame, che si è preso tutti i giorni consentiti dalla legge, depositerà la decisione circa la richiesta di revoca dei domiciliari per Giovanni Toti. E le conseguenze sono tutte da valutare non solo e non tanto in ambito giudiziario ma soprattutto politico.
Domiciliari Giovanni Toti, cosa può decidere il Riesame: le 4 opzioni
Sono quattro le opzioni al vaglio del tribunale del Riesame presieduto dal giudice Massimo Cusatti. Il tribunale può decidere che Toti deve restare ai domiciliari, come ha chiesto la Procura oppure può accogliere una delle richieste presentate nell’udienza di lunedì dall’avvocato Stefano Savi. La prima è la revoca tout cour dei domiciliari in quanto non sussistono più le esigenze cautelari, vale a dire i rischi di inquinamento probatorio e di reiterazione del reato. In questo caso Toti tornerebbe ad essere un uomo libero seppur indagato nella maxi inchiesta. E potrà tornare a fare il presidente della Regione.
Le altre due possibilità sono che i domiciliari gli siano revocati ma sia disposta nei suoi confronti una misura cautelare più blanda. L’avvocato di Toti ne ha proposte due in alternativa: l’obbligo di dimora nel Comune di Ameglia oppure il divieto di dimora nel Comune di Genova. Nel primo caso Toti tornerebbe parzialmente libero ma non potrebbe uscire senza autorizzazione dal comune di residenza. Nel secondo potrebbe andare ovunque ma non nel Comune di Genova, territorio dove secondo l’accusa avrebbe commesso la corruzione.
In entrambi i casi Toti sarebbe libero di poter incontrare e parlare con chiunque ma avrebbe dei divieti ‘territoriali’ e soprattutto, in base all’interpretazione più stretta della legge Severino, non potrebbe comunque tornare a fare il presidente della Regione.
Cosa succede in pratica
La decisione del Riesame verrà depositata in mattinata e immediatamente notificata in orario di segreteria (cioè tra le 9 e le 12.30) alla Procura, all’avvocato Savi e anche alla guardia di finanza che dovrà consegnarla a Toti nella sua abitazione di Ameglia, nello spezzino. Se il tribunale disporrà la revoca degli arresti Toti già entro la fine di domani mattina potrebbe uscire dalla sua ‘prigione’ casalinga.
Se i giudici del Riesame dovessero confermare la decisione della gip, invece, l’avvocato Stefano Savi ha più volte spiegato che presenterà ricorso in Cassazione. Questo significherebbe un’estate comunque ai domiciliari ad Ameglia per Giovanni Toti: tra deposito degli atti e sospensione feriale, la decisione della Cassazione non arriverebbe prima di settembre o ottobre.
Di cosa è accusato Giovanni Toti
Per la Procura il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti avrebbe accettato da Aldo Spinelli e Roberto Spinelli le promesse di vari finanziamenti e ricevuto complessivamente 74.100 euro a fronte dell’impegno – di “trovare una soluzione” per la trasformazione della spiaggia libera di Punta Dell’Olmo da “libera” a “privata”. Nelle oltre 600 pagine di provvedimento che due mesi fa lo ha portato ai domiciliari gli inquirenti ricostruiscono come sarebbe stata agevolata una pratica edilizia relativa al complesso immobiliare di Punta Dell’Olmo di interesse di Aldo Spinelli e Roberto Spinelli e pendente presso gli uffici regionali, di velocizzare e approvare la pratica di rinnovo per trent’anni della concessione del Terminal Rinfuse alla Terminal Rinfuse Genova srl (controllata al 55% dalla Spinelli S.r.l.) pendente innanzi al Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, approvata il 2.12.2021, – di assegnare a Spinelli gli spazi portuali ex Carbonile ITAR e Carbonile Levante (assegnazione avvenuta rispettivamente in data 7.6.22 e in data 19.12.22), – di assegnare a Spinelli un’area demaniale in uso al concessionario Società Autostrade (ASPI). Ancora, sempre secondo quanto ricostruito dai pm, Toti avrebbe agevolato Spinelli nella pratica del “tombamento” di Calata Concenter.
Al presidente della Regione Liguria e a Cozzani viene contestato anche di avere accettato la promessa di Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga, di un finanziamento illecito rappresentato dal pagamento occulto di alcuni passaggi pubblicitari sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo per la campagna elettorale comunale del 12.6.2022, a fronte dell’impegno di sbloccare due pratiche di Esselunga pendenti in Regione relative alla apertura di due punti vendita rispettivamente a Sestri Ponente e Savona. Sulla vicenda Esselunga i pm hanno depositato agli atti del Riesame una recente informativa della guardia di Finanza in cui viene spiegato, fra l’altro, che Esselunga avrebbe finanziato la pubblicità elettorale di Toti per complessivi 80mila euro tramite un accordo illecito con l’editore di Primocanale Maurizio Rossi.
Come si difende Toti
Toti a poche settimane dall’arresto ha sostenuto un lungo interrogatorio davanti ai pm Federico Manotti, Luca Monteverde e Vittorio Ranieri Miniati. Ha ammesso in pratica tutti i fatti contestati (e scanditi da centinaia di intercettazioni) ma ne ha dato un’interpretazione diversa: non si è mai trattata di corruzione, a suo avviso, ma di finanziamenti tutti tracciati e di un comportamento volto all’interesse della Liguria e non dei privati. Per la Procura proprio le sue ‘ammissioni’ rispetto ai comportamenti contestati costituiscono il rischio che reiteri quei comportamenti, che per la procura sono reati. Per questo si è sempre opposta alla sua scarcerazione. Per i pm c’è inoltre ancora il rischio di inquinamento delle prove, visto che alcuni funzionari regionali che hanno gestito le pratiche contestate (in particolare relativamente alla vicenda Esselunga) ancora non sono stati sentiti.
Per la difesa invece non esiste alcun rischio di reiterazione perché Toti – ha fatto sapere il suo avvocato – garantisce di astenersi in futuro dal chiedere finanziamenti ai privati per il suo partito, visto che pur essendo legittimi dal suo punto di vista, sono stati interpretati come corruzione dalla Procura.
Inoltre, lunedì, l’avvocato Stefano Savi ha chiarito che Toti non si ricandiderà per il terzo mandato in Regione Liguria, dato che per la difesa, dovrebbe essere un ulteriore elemento utile a ottenere la revoca o l’attenuazione della misura cautelare.