Genova. “Dal presidio odierno in piazza De Ferrari, organizzato da un’associazione agricola, sono giunte le solite frasi fatte contro la fauna selvatica e soprattutto contro i cinghiali. Nonostante una deregulation, frutto di continui aggiustamenti normativi, che di fatto permette l’abbattimento dei cinghiali quasi in ogni momento e luogo, le lamentele di alcune associazioni di settore non si placano ma anzi aumentano”.
Con queste parole, affidate ad una nota stampa, l’associazione animalista Gaia commenta e risponde alla manifestazione organizzata questa mattina da Coldiretti per chiedere un piano straordinario per l’abbattimento dei cinghiali.
“Viene da chiedersi quindi se i provvedimenti presi stiamo servendo a qualcosa”, commenta il presidente di Gaia Animali & Ambiente Edgar Meyer “o se non si stia percorrendo una strada sbagliata, oltre a voler ingigantire il problema. Preme ricordare che la responsabilità ricade storicamente sul mondo venatorio, che nel passato ha contribuito alla diffusione di cinghiali con liberazioni e pasturazione al fine di aumentare la popolazione della specie. Inoltre, come dimostrato da più studi, la caccia al cinghiale -soprattutto nella classica forma della braccata- ha ancor più contribuito all’incremento della specie”.
Lo studio pubblicato da ISPRA sulla gestione del cinghiale nel periodo 2015-2021 dimostra che la caccia non è il metodo più efficace per ridurre il numero di cinghiali e senza un approccio basato su dati certi e pianificazioni coerenti non si possa arrivare ad una soluzione della questione.
Ma in piazza De Ferrari è andata invece in onda la solita fiera dei numeri sparati a casaccio (sul numero dei cinghiali che abitano l’Italia e la Liguria, ad esempio). Mentre si dichiara guerra agli animali, visti i risultati sarebbe il caso di far tacere i fucili e far parlare la Scienza.
“Ai dirigenti di Coldiretti facciamo una proposta“, conclude Meyer. “Per risolvere il loro problema investano qualche euro nel controllo demografico farmacologico tramite i vaccini immunocontraccettivi“, conclude Meyer. “E’ necessario incidere sulla natalità, non sulla mortalità“. Il Ministero della Salute ha finanziato progetti di sterilizzazione farmacologica dei cinghiali al cui bando Regione Liguria, forse impegnata in altre faccende, non ha partecipato. Ma la strada, visto il fallimento delle politiche di abbattimento, è quella: mettere insieme Università, centri di ricerca, associazioni agricole e associazioni ambientaliste. Gli abbattimenti sono un errore tecnico.