Genova. Erano diversi tre i temi all’ordine del giorno della commissione consiliare a palazzo Tursi legata ai lavori del potenziamento del nodo ferroviario e al progetto di rigenerazione dei quartieri della Valpolcevera. Cabina di regia, indennizzi, merci pericolose. E’ stato quest’ultimo, però, a tenere banco per gran parte della riunione alla quale hanno partecipato, come auditi, anche Mariano Cocchetti, responsabile per Rfi (Rete ferroviaria italiana) del progetto unico del Terzo Valico e del Nodo di Genova e Michele Rabino, responsabile Rfi dello sviluppo infrastrutture territoriale di area Nord Ovest.
Alle ripetute domande di commissari e comitati presenti, i due rappresentanti delle ferrovie non hanno però saputo dare un’indicazione precisa su quando sarà firmato il protocollo d’intesa per l’esclusione del passaggio delle merci pericolose dalla futura nuova linea del Campasso, quella che passerà attraverso i quartieri di Certosa e Sampierdarena, vicino alle case della Valpolcevera.
Anche il vicesindaco di Genova, Pietro Piciocchi, pur cercando di rassicurare sul fatto che “sul protocollo non esiste alcun ostracismo ed è voluto da tutti” non ha però potuto promettere quando sarà finalizzato. Un protocollo chiesto a gran voce dalle associazioni di cittadini e che era stato annunciato come “cosa fatta” nel novembre 2023.
“Avevate una scadenza, il 30 aprile, e l’avete bucata” ha fatto notare il capogruppo del Pd Simone D’Angelo. Il consigliere di Uniti per la Costituzione Mattia Crucioli ha incalzato: “Esiste almeno una bozza di questo protocollo? E se esiste, si può visionare?”.
La risposta di Piciocchi, arrivata solo sul finire della commissione, è stata negativa. “Non esiste alcuna bozza e non mi nascondo, non abbiamo rispettato il termine del 30 aprile ma bisogna dire che si tratta di un tema estremamente complesso, parliamo di nove classi di merci pericolose e di numerose sottoclassi, premesso che il Comune non ha la competenza tecnica su questo tema e che quindi ci doteremo di figure tecniche che ci permetteremo di interloquire con Rfi, abbiamo uno studio in corso sulla questione, Rfi sta facendo le sue valutazioni, e poi ci sono delle problematiche anche giuridiche, perché nessuna legge dello Stato vieta oggi il transito delle merci pericolose e quindi noi dobbiamo studiare uno strumento negoziale che sarà un unicum a livello nazionale”.
L’accordo tra Comune e Rfi per escludere il transito di merci pericolose sulla linea merci del Campasso era stato annunciato a novembre scorso in occasione dell’assemblea pubblica indetta per la firma dell’addendum al protocollo d’intesa coi fondi mancanti per il piano di rigenerazione urbana. “Le merci pericolose non passeranno dal Campasso ma dalla linea sommergibile, questo è garantito”, aveva ribadito in quell’occasione il sindaco Marco Bucci (che già nel 2021, in un’altra assemblea pubblica, aveva dichiarato lo stesso concetto). “Questo è un impegno che ci prendiamo, possiamo anche scriverlo in un protocollo”, aveva sottolineato, sempre nell’incontro del novembre 2023, Vincenzo Macello, direttore investimenti Rfi.
Durante la commissione consiliare di oggi i rappresentanti di Rfi sono stati più cauti. O meglio, senza citare alcun protocollo d’intesa imminente, hanno fornito alcuni dati su quelli che potrebbero essere i volumi di traffico sulle nuove linee.
Rabino, numeri alla mano, ha spiegato che sulla linea Sommergibile (quella alternativa al Campasso) passeranno 18 coppie di treni come massimo carico di cui una quota parte del 20% saranno merci pericolose (una stima sulla base dei volumi attuali), e che considerando i volumi effettuati oggi da Rfi e Fuorimuro resta spazio per almeno 8 coppie di treni di merci pericolose al giorno, in più rispetto a quelle attuali. Come dire, se il mercato resta invariato non ci sarà bisogno di dover sfruttare la linea del Campasso, basterà la Sommergibile per quelle merci.
Tuttavia – ed è questo a impensierire cittadini, comitati e parte dei consiglieri – Rfi ha chiarito che entrambe le linee saranno per motivi di sicurezza e di normativa attrezzate per il transito di ogni tipo di merce e che “la linea alternativa naturale del Campasso – ha detto Rabino – potrà essere utilizzata in casi eccezionali di emergenza, per esempio se la sommergibile sarà interrotta per un investimento mortale si potrà valutare, quello che bisogna specificare è che la linea non è pensata invece come linea di utilizzo in caso di ritardi”.
Enrico D’Agostino, portavoce del comitato Liberi cittadini di Certosa, ha manifestato una forte delusione: “Domani incontrerò i cittadini e dirò che non abbiamo ottenuto risposte, io vorrei che almeno Rfi avesse il coraggio di dire chiaramente che le merci pericolose passeranno dal Campasso”.
Durante la commissione è stato affrontato anche il tema del Pris. Ne ha parlato Cocchetti, specificando che “ci saranno indennizzi per chi subirà disagi legati ai cantieri diurni e indennizzi di altro genere, più corposi, per quei soggetti che saranno interressati da cantieri notturni e che per 12 mesi avranno necessità di trasferirsi altrove”.
Il 13 giugno scorso è stata firmata la delibera della Regione Liguria che avvia la procedura del Pris istituendo due tavoli, uno per Fegino e uno per le altre aree. Il Comune vuole che la prima riunione del tavolo sia calendarizzata entro la fine del mese. Il Pris – strumento unico in Italia – servirà per definire gli indennizzi e quindi anche le erogazioni. Secondo una stima il valore totale della partita è di circa 75 milioni, quindi quasi la metà dei 200 milioni a disposizione per il progetto di rigenerazione di quartieri interessati dai cantieri dell’ultimo miglio.
Il vicesindaco Piciocchi ha aggiornato l’aula anche in merito alle sei offerte arrivate da altrettanti gruppi di calibro internazionale per redigere il Pfte, progetto di fattibilità tecnico economica del piano di rigenerazione che includerà gli standard minimi ambientali e sulla base del quale saranno costruite le gare per i diversi lotti di intervento. “Entro fine mese vogliamo decidere il nome del vincitore del bando per iniziare con le prime gare entro dicembre”, ha detto Piciocchi. “In questa fase consulteremo anche i cittadini”.
Durante la commissione si è parlato anche della trattativa legata a piazza Facchini, area che il Comune dovrebbe acquistare da Trenitalia. Quella che doveva essere un’operazione da finalizzare entro pochi giorni un anno fa in realtà ha iniziato a concretizzarsi negli ultimi giorni con la richiesta del Comune all’Agenzia dell’Entrate di un parere sulla congruità del valore economico dell’area stessa. Secondo Trenitalia il prezzo si aggira intorno ai 10 milioni di euro. Il progetto per Piazza Facchini è uno dei simboli della rigenerazione della Valpolcevera: qui dovrebbe sorgere in futuro un polo scolastico e sportivo con la creazione di un liceo scientifico-tecnologico a cui sta lavorando l’associazione Alpim.
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