Genova. “È un rigetto che non mi ha stupito, l’ho letto e il contributo ci dà spazio per un ricorso al Riesame che faremo la prossima settimana“. Così Stefano Savi, avvocato di Giovanni Toti, dopo il rigetto dell’istanza di revoca degli arresti domiciliari arrivato oggi dalla gip Paola Faggioni. Secondo la giudice esistono ancora le esigenze cautelari legate al pericolo di reiterazione del reato e inquinamento delle prove. Col governatore “abbiamo fatto una serie di osservazioni trovandoci concordi, la volontà di andare al riesame e impugnare questo provvedimento”, aggiunge.
Si allungano quindi i tempi perché il presidente, sospeso dall’incarico dallo scorso 7 maggio, possa sperare in un’attenuazione della misura cautelare: ci vorrà “più o meno un mese, un mese e mezzo”, spiega Savi facendo riferimento all’appello per l’ex presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini fissato al 28 giugno.
E adesso le dimissioni, escluse in precedenza, non sono più un tabù. L’incontro politico con la maggioranza che Savi caldeggiava fin dall’inizio come condizione necessaria per valutare l’ipotesi di un passo indietro potrebbe essere anticipato senza attendere la revoca dei domiciliari: “Chiederemo di poter incontrare quei soggetti coi quali discutere del futuro politico – conferma l’avvocato – Visto anche che le decisioni che dovrà prendere non si possono prendere da soli, certamente sì, potrebbe esserci un’istanza in questo senso“.
Due settimane fa la gip, col parere favorevole della Procura, aveva autorizzato un incontro tra Toti e l’assessore Giacomo Giampedrone ad Ameglia in cui il governatore aveva ribadito la volontà di mantenere l’incarico nonostante la sospensione. “Lui è un cittadino italiano che si difende da un’accusa che riteniamo ingiusta e sta esperendo, anche se a qualcuno non piace, tutto ciò che la legge gli mette a disposizione per potere contestare questo provvedimento”, insiste l’avvocato.
La gip Faggioni scrive che il pericolo di condotte criminose è legato al fatto che Toti “continua tuttora a rivestire le medesime funzioni e cariche pubblicistiche” e si fa riferimento alle elezioni del 2025 per cui “aveva già iniziato la raccolta fondi”. Le dimissioni, commenta Savi, “le troviamo evocate nel provvedimento di rigetto: se si dice che finché fa politica è pericoloso la lettura è quella. Dobbiamo valutare l’intero quadro, non si esclude niente, non si afferma niente“.
Un braccio di ferro che Savi continua a contestare: “Sotto il profilo della pericolosità passa l’idea che chi è indagato sia pericoloso quasi all’infinito. Vorrei capire quanto dura la pericolosità tenuto conto che nella decisione si fa addirittura riferimento a possibili elezioni del 2025″.
Per la gip uno degli elementi a sfavore di Toti è che considerava legittimi gli incontri con Spinelli e i finanziamenti da lui ottenuti: “Intanto non ha tenuto conto di quello che abbiamo detto nell’interrogatorio e nell’istanza – ribatte l’avvocato – nel momento in cui venivano poste in essere determinate azioni lo si faceva con la convinzione soggettiva di non commettere reati. Abbiamo anche detto che, a seguito del procedimento penale, ci sarebbe stata comunque una presa d’atto e una consapevolezza che quantomeno, se si voleva evitare di tornare indagati, le cose dovevano essere fatte con criteri diversi, ferma la sostanza di favorire qualsiasi insediamento produttivo e portare un vantaggio alla regione”.
Nel documento si parla anche di “comportamento elusivo” ricordando gli incontri in luoghi riservati: “L’unico che portava il telefono sullo yacht di Spinelli era lui perché viene anche intercettato. Poi c’è un riferimento a un locale in cui lui pranzava abitualmente. Se cercare un po’ di riservatezza è un comportamento elusivo bisogna stare attenti tutti”, risponde il difensore.
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