Genova. La super talpa scudata arriverà entro agosto, e dopo il montaggio sarà pronta ad operare entro le prime settimane del 2025. E se sull’alveo i lavori più impattanti sono in fase di ultimazione, quando partiranno gli scavi della galleria potrebbero iniziare nuovi mesi di disagi per la popolazione residente nella zona.
Stiamo ovviamente parlando dello Scolmatore del Bisagno, la grande opera finalizzata alla riduzione del rischio di esondazione del grande torrente genovese la cui realizzazione, con diversi anni di ritardo, nei prossimi mesi entrerà nel vivo, per concludersi, se tutto va bene, entro i primi mesi del 2026. Di questo e dell’impatto dei cantieri sul territorio si è parlato ieri pomeriggio in una assemblea pubblica organizzata dal Municipio IV Media Valbisagno proprio nei pressi del cantiere su ponte Gallo, davanti alla Sciorba e a pochi passi dai palazzi di via Emilia, investiti recentemente da diverse nuvole di polvere cementizia fuoriuscita dal cantiere.
E proprio da questo episodio sono partiti i residenti, ricevendo da subito la rassicurazione da parte del capocantiere sulle cause dell’episodio: secondo quanto riportato, nel momento di scarico del cemento, il materiale è stato manovrato ad una pressione troppo alta rispetto alle possibilità dei serbatoi di stoccaggio. Per ovviare a questo problema, è stato poi successivamente installato un riduttore di pressione capace di abbattere la pressione in entrata a prescindere, anche in caso di “camionista frettoloso”.

Ma le criticità riportate dai cittadini che abitano e lavorano a stretto contatto con il cantiere sono diverse. Oltre alle polveri, infatti, in molti lamentano problemi con il rumore. Da un lato le lavorazioni in alveo, la cui parte più rumorosa dovrebbe essere terminata, e dall’altro i lavori di scavo sotto via Terpi. Per quanti riguarda questa parte di cantiere, però, le notizie non sono buone: oggi infatti è attivo un ventilatore industriale per il riciclo dell’aria, che pur lavorando entro le soglie di legge, disturberebbe la quiete pubblica dei palazzi limitrofi, soprattutto la notte. I responsabili del cantiere, oltre ad essersi resi disponibili a nuove misure fonometriche, hanno fatto presente che tutte le tecnologie di attenuazione del rumore sono già state messe in atto. Ma non solo: quando lo scavo sarà nelle profondità della montagna, sarà necessario affiancare un altro ventilatore, con il rischio di aumentare ulteriormente il disagio.
Le “brutte notizie”, però, non finiscono qui: come preannunciato dai responsabili del cantiere stesso, quando la talpa entrerà in funzione, ci sarà da il problema del rumore del detriti che saranno trasportati dai nastri sui camion per lo stoccaggio h24 negli spazi della cava Cavalletti. Oltre al rumore dei macchinari e delle pietre in caduta, quindi, ci sarà il problema dei tanti camion previsti per fare la spola tra il cantiere e il sito di conferimento. Sono previsti circa un centinaio di carichi al giorno a pieno regime.
E poi l’incognita dei primi metri del canale, vale a dire quella parte che dalle opere di presa nel greto del Bisagno porterà l’acqua scolmata nella galleria diretta al mare. Secondo il progetto, infatti, la prima parte della galleria sarà a pochi metri di profondità rispetto al piano strada di via Adamoli e visto il terreno della zona, fatto essenzialmente di sedimenti, i progettisti del cantiere stanno valutando se scavare la galleria normalmente, con il rischio di sfornellamenti, oppure aprire uno scavo e costruire una galleria artificiale. In questo secondo caso chiaramente ci sarebbero grandi disagi per la viabilità della vallata, che si troverebbe con una delle sue principali arterie fuori uso, proprio mentre centinaia di camion fanno avanti indietro tra cantiere e cava. Uno scenario da vero inferno viabilistico.

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