Genova. Lavoratori stranieri occupati nella ristrutturazione delle case popolari genovesi sfrattati all’improvviso e costretti a vivere da due giorni senz’acqua e senza luce. A denunciare il caso stamattina è stata la Fillea Cgil, intervenuta subito sul posto col segretario ligure Federico Pezzoli.
Succede tutto in piazzale Pestarino, nel quartiere di San Teodoro, dove Spim (la società immobiliare del Comune) ha avviato i lavori su 72 alloggi di edilizia popolare. L’appalto è stato assegnato tramite Tursi al Consorzio Ventimaggio, che ha offerto un ribasso d’asta del 27% per un importo totale di circa 1,5 milioni di euro e che ha individuato nella milanese Pmm la ditta esecutrice dei lavori. La quale, però, ha affidato le opere in subappalto alla Serbelloni Group.
“È da tempo che seguiamo questi lavoratori, quasi tutti nordafricani – spiega Federico Pezzoli -. Da sei mesi abbiamo segnalazioni di stipendi non pagati e mancata iscrizione alla cassa edile. Abbiamo segnalato tutto all’ispettorato del lavoro, ma gli organici sono insufficienti e non si è mosso niente. Abbiamo parlato con Piciocchi, sembrava che il Comune avesse preso in mano la situazione e la ditta ha assicurato che avrebbe messo tutti in regola”.
Invece nella serata di ieri è arrivata l’amara sorpresa. I tre lavoratori rimasti (in origine erano una ventina, ma i più si sono dileguati data la situazione) erano alloggiati in uno degli appartamenti destinati alla ristrutturazione, ma improvvisamente si sono trovati senza un’abitazione vivibile. “La Serbelloni ha cambiato la serratura, ha tagliato le utenze e ha buttato fuori i loro vestiti. Il motivo? Il rapporto di lavoro era terminato. I carabinieri li hanno autorizzati a dormire lì ancora una notte, ma stamattina sono stati sgomberati”.
Così adesso sono costretti a vivere in un appartamento fatiscente, senza acqua né luce, accampati su un materasso buttato per terra. Domani alle 18.00 è prevista una riunione d’urgenza con Piciocchi e i dirigenti di Spim per trovare una soluzione.

“Questa è la chiara dimostrazione di come funziona la catena dei subappalti – sottolinea Pezzoli -. È accettabile tutto questo in presenza di un committente pubblico? È accettabile nel 2024, dopo mesi di segnalazioni? Cos’ha fatto finora chi doveva controllare? La committenza è responsabile di quanto accade”.
Dal canto suo Spim conferma di essere committente dei lavori ma specifica di non avere “alcun rapporto contrattuale” con Serbelloni, che ha provveduto a distaccare suo personale presso la Pmm. “In ogni caso – precisa la nota della società – sono in corso opportune verifiche anche a mezzo dei legali di Spim sulla veridicità o meno delle contestazioni pervenute”.