"modello famagosta"

San Benigno, il parcheggio di interscambio da oltre 200 posti che resta sempre semivuoto

La struttura costruita da Esselunga non funziona come sperava il Comune. L'assessore Campora: "Abbiamo chiesto di pubblicizzarlo di più". Ma le ragioni del flop sono anche altre

parcheggio esselunga san benigno

Genova. È aperto da più di un anno, ma i più forse non sanno della sua esistenza. Oppure non è poi così comodo come si pensava. Il grande parcheggio di via Albertazzi, costruito da Esselunga e collegato all’ipermercato con una vistosa passerella sopraelevata, non assolve ancora alla funzione di interscambio che il Comune aveva pianificato: un’area dove lasciare l’auto nelle vicinanze di Genova Ovest per poi proseguire in centro coi mezzi pubblici.

Come dice il cartello all’ingresso, si tratta di un parcheggio “asservito ad uso pubblico”. Si entra da via Albertazzi lato mare, arrivando da via di Francia o dall’Elicoidale. Aperto dalle 7.00 alle 22.00 (con chiusura alle 21.00 domenica e festivi) è accessibile con tariffe definite dal Comune: 1,50 euro all’ora per le prime due ore, 1 euro per la terza ora, 4 euro la sosta giornaliera. Prezzi non troppo diversi da Blu Area e Isole Azzurre sparse in città. La struttura conta in totale 270 stalli distribuiti su quattro livelli, tutti coperti, di cui uno sotterraneo a uso privato. Eppure è rarissimo, se non impossibile, vederla piena. Oggi pomeriggio il secondo e ultimo piano era completamente deserto: 76 posti tutti liberi.

Generico giugno 2024
L'accesso al parcheggio da via Albertazzi

“Abbiamo chiesto a Esselunga di pubblicizzare di più quel parcheggio – spiega l’assessore comunale alla Mobilità Matteo Campora -. Dal punto di vista logistico è in una posizione strategica. Dovrebbe essere il principale parcheggio di interscambio per Genova Ovest e al momento è utilizzato per il 25-30%. E ha tariffe che sono praticamente copiate da Famagosta“.

Il riferimento è al noto parcheggio di interscambio di Milano che raccoglie i mezzi privati di chi arriva in città entrando da sud. La struttura è gestita da Atm e in effetti ha una tariffa simile (4 euro per lasciare la macchina dalle 15 alle 19 ore) anche se la sosta breve costa molto meno (fino a cinque ore si pagano solo 1,50 euro). Le differenze, però, sono evidenti: anzitutto la capienza (2.196 posti totali) e soprattutto il collegamento diretto al centro con la linea verde della metropolitana.

Il parcheggio di via Albertazzi, invece, è quasi una cattedrale nel deserto. La stazione più vicina della metropolitana, Dinegro, dista circa un chilometro a piedi da percorrere in mezzo al traffico. Più vicina la stazione ferroviaria di via di Francia, che però è pressoché abbandonata (forse sarà più utilizzata una volta terminati i lavori di potenziamento del Nodo). L’unico bus che transita in via di Francia in direzione centro è la linea 3, che tuttavia ha una frequenza risibile (un quarto d’ora al massimo) e non arriva oltre Principe. A ciò si aggiungano l’assenza totale di indicazioni nella cartellonistica e l’interferenza col traffico dei traghetti al varco di via Albertazzi, soprattutto nel periodo estivo.

“Ma da lì in futuro passerà l’asse di forza del Ponente“, ricorda Campora. Si tratta della linea filoviaria Voltri-Caricamento che sostituirà l’attuale 1 passando da via di Francia in entrambe le direzioni. Per vederla in funzione, però, serviranno ancora due anni.

parcheggio esselunga san benigno
Il piano superiore completamente vuoto

Nel frattempo l’unico vero parcheggio di interscambio per la zona di Genova Ovest rimane Dinegro, questo sì utilizzato ogni giorno da decine di utenti che infatti faticano a trovare posto dopo le 9 del mattino, visto che l’area conta solo 140 posti ed è utilizzata anche dai turisti. La formula infatti è ben diversa: accesso alla metropolitana adiacente e soprattutto utilizzo gratuito per gli abbonati Amt o in alternativa tariffa giornaliera integrata a 6 euro comprensiva di sosta e mezzi pubblici. Non mancano tuttavia i problemi di sicurezza: più volte sono avvenuti furti con spaccate sulle auto in sosta. Senza contare la scomodità in termini di viabilità: per tornare verso ponente bisogna proseguire fino alla rotatoria di Principe, con notevole aggravio dei tempi di percorrenza.

La struttura di San Benigno servirebbe insomma come il pane, ma senza le caratteristiche di un vero interscambio coi mezzi pubblici è destinata a rimanere quello che appare oggi: un’estensione del parcheggio di Esselunga.

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