Genova. Trenta lavoratori edili in subappalto da Arte stanno scioperando in via Novella nel quartiere Cep di Pra’. Secondo quanto riportato dalla Fillea Cgil, che ha proclamato lo sciopero ed è presente sul posto, sono diversi mesi che l’azienda appaltante non paga le spettanze ai dipendenti. Una situazione già nota da tempo.
Non più tardi di un anno fa, infatti, la Fillea aveva già denunciato questo cantiere pubblico per l’inosservanza delle principali norme che regolano il settore e l’intervento dell’Ispettorato del lavoro aveva fatto emergere ben 17 lavoratori impiegati in nero.
“I subappalti sono una spina nel fianco in edilizia: la deregolamentazione è talmente elevata che ormai non ci sono più differenze se l’appaltante è una stazione pubblica o una azienda privata – commenta Federico Pezzoli, segretario generale Fillea Cgil Genova e Liguria – non a caso come Cgil stiamo raccogliendo le firme per presentare un quesito referendario che ripristini le responsabilità del committente“.
Sullo sciopero in corso la Fillea Cgil sta interessando Arte. La situazione di questi lavoratori richiama quanto accaduto pochi giorni fa nel quartiere di San Teodoro in un analogo cantiere di competenza di Spim: due operai di una ditta un subappalto, dopo mesi senza ricevere lo stipendio, erano stati chiusi fuori dal loro alloggio.
“Si tratta di un cantiere già finito alla ribalta della cronaca lo scorso anno – commenta Mirko Trapasso, segretario generale della Feneal Uil Liguria – Questa è la conseguenza del sistema di appalti e subappalti dove regna sovrana l’assenza di tutele e regole. Anche nei cantieri di appalto pubblico, come questo o come quello di competenza Spim in Oregina di cui abbiamo denunciato simili problematiche la scorsa settimana, riscontriamo situazioni drammatiche. Ci attendiamo una pronta risposta da parte del Comune di Genova, della Regione e di ARTE, ma non vogliamo manifestazioni di stupore: finché non si interverrà radicalmente per contrastare la giungla degli appalti e dei subappalti, il lavoro nei cantieri resterà precario, insicuro e non tutelato” conclude.