Genova. È arriva in porto a Genova dopo le 10 la Geo Barents, la nave della ong di Medici Senza Frontiere che venerdì ha salvato 165 migranti, una trentina dei quali minori, alla deriva nel Mediterraneo, in acque libiche.
Un viaggio lungo e difficile – circa 1.200 chilometri – quello compiuto dalla nave, iniziato dopo che l’equipaggio ha effettuato ben tre operazioni di salvataggio, una delle quali culminata con il ritrovamento di undici corpi senza vita a circa 38 miglia nautiche a nord di Jansour (Tripoli). Inizialmente il porto assegnato era quello di Civitavecchia, ma venerdì è arrivato il contrordine: sbarco a Genova.
Le salme dei corpi senza vita erano state trasbordate su una motovedetta della guardia costiera vicino a Lampedusa, ma all’arrivo a Ponte Doria l’equipaggio ha voluto puntare i fari sulle quotidiane tragedie che si consumano in mare srotolando lungo la fiancata della nave uno striscione composto dai sacchi utilizzati per recuperare i cadaveri.
“Europe, how many more?”, “Europa, quanti ancora?”, è la frase tracciata su fondo bianco, corredata dai numeri da 1 a 11, tanti quanti le vittime dell’ultimo naufragio: “Molte persone a brodo riferiscono di aver subito abusi e torture – ha raccontato Fulvia Conte, la coordinatrice dei soccorsi – Ci auguriamo intanto che alle persone che hanno perso la vita sia riconosciuta loro tutta la dignità possibile, anche se sappiamo che se sarà difficile sapere chi fossero visto il loro stato. Questa è l’ennesima tragedia che ci riconsegna dei corpi, vittime di un naufragio che probabilmente ha coinvolto molte più persone. L’ennesimo segno tangibile delle conseguenze delle scelte politiche sui confini dell’Europa e dell’assenza di canali sicuri”.


Le operazioni di sbarco sono durate diverse ore, ed è stato necessario accompagnare all’ospedale Galliera una donna fortemente disidratata. Con lei la figlia e il marito: la piccola sta bene, ma è stata comunque portata al Gaslini con il papà per controlli più approfonditi. A Genova, ha spiegato l’assessore alla Protezione Civile Sergio Gambino, presente a Ponte Doria, resterà una minorenne non accompagnata, che sarà presa in carico dai servizi sociali del Comune e inserita in una struttura protetta. Gli altri migranti sono stati invece accompagnati sui pullman che li accompagneranno in strutture in Emilia Romagna e Veneto.