Mobilitazione

Divieto di cani alla catena, la protesta degli animalisti: “Troppe poche regioni dog friendly”

La Liguria, insieme a Sardegna e Sicilia sono le uniche Regioni che non hanno una normativa di divieto di detenzione di cani a catena

cane catena

Genova. Subito un’Ordinanza Regionale estiva che introduca il divieto di tenere i cani legati a catena così da evitare che, con l’arrivo del caldo e l’aumento del pericolo incendi, i cani legati corrano il rischio, come avviene ogni estate, di morire tra atroci sofferenze perché non possono sfuggire al fuoco o alla calura estrema.

Green Impact, Fondazione Cave Canem e Animal Law Italia, che aderiscono alla coalizione #Liberidallecatene, hanno scritto una Lettera (qui allegata) ai Presidenti di 8 Regioni e di 1 Provincia autonoma che non hanno norme o le hanno inefficienti sui cani a catena, per sollecitare il provvedimento di divieto. Liguria, Sardegna e Sicilia sono, infatti, le uniche Regioni in Italia che non hanno una normativa di divieto di detenzione di cani a catena, mentre Val d’Aosta, Friuli – Venezia Giulia, Provincia di Bolzano, Molise, Basilicata, Calabria, hanno una normativa totalmente inefficace.

“L’Ordinanza Regionale è volta a prevenire quella che si presenta come una possibile tragedia annunciata -sottolinea la coalizione #Liberidallecatene– in considerazione dell’elevato numero di cani presenti in aree di campagna lontane dai centri abitati, che non possono essere salvati in caso di un incendio. Tale Ordinanza assicurerebbe il pieno rispetto della normativa penale di tutela degli animali, nonché della Costituzione, che include la protezione degli animali tra i principi fondamentali ai sensi dell’art. 9, così come recentemente modificato”.

Etologi e veterinari hanno dimostrato come sia imperativo vietare la detenzione dei cani a catena perché si tratta di una condizione incompatibile con il benessere psico- fisico ed è contrario ai loro bisogni etologici: la vita di un cane costretto alla catena è, in sé e per sé, una forma di maltrattamento, con conseguenze oggettive sullo stato psicologico, emotivo e fisico dell’animale. I contributi sono inclusi nel Rapporto ‘ Verso il divieto di tenere i cani a catena’ ( edizione 2021 e 2022) pubblicato su: www.freedomfordogs.org.

“Tenere un cane legato alla catena è sempre crudele e non è una mera questione stagionale: l’uso della catena è incivile non solo d’estate. Bene dunque che Green Impact, Fondazione Cave Canem e Animal Law Italia abbiano aderito alla coalizione “Liberidallecatene”, tuttavia non basta: auspico si vada oltre e si riesca a spronare tutte le Regioni ad approvare una normativa di divieto di detenzione alla catena”, è stato il commento del capogruppo regionale del M5S Fabio Tosi, primo firmatario del testo portato in Consiglio regionale poi respinto dalla maggioranza

“Come M5S avevamo proposto, a fine maggio nel DDL 179 Omnibus, di modificare la Legge regionale 22 marzo 2000, n. 23 (Tutela degli animali di affezione e prevenzione del randagismo), proponendo sia di vietare di detenere un animale di affezione alla catena o con qualunque altro strumento di contenzione similare, salvo che per ragioni sanitarie (documentabili e certificate dal veterinario curante) o per ragioni urgenti e temporanee di sicurezza; sia di prevedere, per chi non rispetta la legge, una sanzione amministrativa da 400 a 800 euro, fatto salvo che il fatto non costituisca reato”.

 “L’intervento sarebbe stato a costo zero e andava nella direzione della tutela degli animali d’affezione. La bocciatura? Una scelta incomprensibile, soprattutto considerato che la Liguria è tra le poche Regioni italiane a non avere una normativa di divieto di detenzione di cani a catena – conclude Tosi – Plaudo dunque all’iniziativa delle associazioni che hanno scritto una lettera ai presidenti di 8 Regioni e di una Provincia autonoma che non hanno norme specifiche o le hanno inefficienti, per sollecitare con un’ordinanza il provvedimento di divieto. Ma insisto: non basta. Un cane alla catena soffre in tutte le stagioni dell’anno. Invito il centrodestra ligure a non perdere tempo e a dimostrare di conoscere a fondo la Costituzione, che include la protezione degli animali tra i principi fondamentali ai sensi dell’art. 9”.

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